Cia Agricoltori provinciale: 'In questo prodotto sono contenuti le tradizionali molecole biologie attive dei cavolfiori con l'aggiunta del carotene che è il precursore della vitamina A'.
San Benedetto – Il cavolfiore romanesco arancione arriva sul mercato, per la prima volta a livello internazionale. Il prodotto è stato studiato nei laboratori dell'Istituto Crea di Monsampolo del Tronto, coltivato nei terreni di un'azienda agricola di Morrovalle in provincia di Macerata e poi lavorato e immesso sui mercati da un'azienda picena di Monteprandone.
Per poi arrivare nei supermercati
e ipermercati, in fase di test sui consumatori, del Piemonte, della
Lombardia e della Liguria prima di conquistare anche le piazze
straniere. L'ideale viaggio del cavolfiore romanesco arancione inizia
quindi al Crea di Monsampolo del Tronto come sottolineano dalla Cia
Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata: «Questi nuovi
ibridi di romanesco arancione sono un'assoluta novità mondiale. Da
dieci anni i ricercatori stanno lavorando nel miglioramento genetico
e in particolar modo sul contenuto arancione che porta il carotene.
In questo prodotto, infatti, sono contenuti le tradizionali molecole
biologie attive dei cavolfiori con l'aggiunta del carotene che è il
precursore della vitamina A».
L'attività di ricerca è stata portata avanti tra Monsampolo e il centro di ricerca francese Clause. Il passaggio dai laboratori di ricerca alla terra è avvenuto grazie all'azienda agricola di Giuliano Ercoli, associato alla Cia provinciale il quale ha coltivato il cavolfiore romanesco arancione nei propri terreni di Morrovalle in provincia di Macerata: “Abbiamo iniziato da qualche tempo la fase di raccolta. La qualità del cavolfiore arancione è ottima qualità. Questo prodotto è cresciuto particolarmente bene grazie anche alle congeniali condizioni meteorologiche. Il prezzo riconosciuto a noi agricoltori è discreto ed è remunerativo”.
“Abbiamo piantano circa ventimila piante per ogni ettaro – prosegue l'agricoltore associato alla Cia provinciale - per una resa di 180 quintali”.
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