Ancona - Il più venduto è il Verdicchio dei
Castelli di Jesi ma il vino che fa registrare il maggior incremento è
la Passerina. È un trionfo dei vini da vitigni autocnoni regionali,
secondo i dati delle vendita nella grande distruzione. Con Jesi in
testa ben tallonato dalla Passerina che fa registrare un +14% tra
2018 e 2017 secondo l’analisi della Coldiretti su dati Infoscan
Census in occasione del Vinitaly. La Passerina, in Italia, è al
quinto posto per incremento di volumi di vendita. Bene anche il Rosso
Piceno doc.
La grande fiera internazionale del vino a Verona
sta mettendo in gran luce il vigneto marchigiano che negli ultimi 10
anni si è rinnovato. Nelle campagne marchigiane si è dato l’addio
a quasi 5 mila ettari di vigne (-24%) soprattutto per via di una
profonda operazione di rigenerazione che ha puntato soprattutto sulla
qualità, sulle varietà autoctone e pratiche green come il
biologico. Via i vecchi impianti non più produttivi, dunque.
Le
scelte delle aziende, molte delle quali giovani, per i nuovi impianti
riflettono – spiega Coldiretti – il profondo cambiamento nei
consumi, con il ritorno dei vini autoctoni che nel giro di quale anno
hanno scalzato quelli internazionali nelle preferenze di consumo
degli italiani. Un trend testimoniato anche dal fatto che nella top
ten dei vini che hanno fatto registrare la maggiore crescita di
vendite nel 2018 figurano solo bottiglie “sovraniste”.
"L'analisi dei consumi e delle scelte dei cittadini
confermano il posizionamento di strategia di Coldiretti e degli
imprenditori che rappresenta - commenta Maria Letizia Gardoni,
presidente di Coldiretti Marche - un successo che nasce
necessariamente dall'identità territoriale e dalla capacità saperla
raccontare. Le capacità imprenditoriali sono necessarie ma non
bastano: occorre un sistema strutturato di promozione che possa
aiutare anche le piccole e medie imprese
nell'internazionalizzazione".