La cultura di olio e olive ad Ascoliva Festival

La cultura di olio e olive ad Ascoliva Festival

Molti hanno scoperto che il profumo di erba tagliata, di pomodoro e il piccante che si sente una volta che l'olio di oliva tenera ascolana arriva in in gola sono un segno di grande qualità dovuta ai polifenoli dell'olio extravergine monovarietale piceno

Ascoli - Gli appuntamenti culturali di “Ascoliva Festival” proseguono stasera alle 20 con il prof. Leonardo Seghetti sul tema “Il territorio piceno si presenta: abbinamento vini del Piceno e olive ascolane”.

Nei giorni passati in molti hanno partecipato alla degustazione dell'oliva all'ascolana, del procedimento per fare la salamoia delle olive verdi (con Mario De Angelis) e, ieri sera, ad una interessante trattazione sull'olio d'oliva tenuta dal prof. Seghetti, presidente del Consorzio tutela oliva ascolana del Piceno Dop.


Si è scoperto così che molti italiani acquistano olio “rettificato” (a 6 euro a litro) che ai tempi di Roma, 2 mila anni fa, veniva chiamato “oleum cibarium” e veniva dato da mangiare agli schiavi.


Il consumo medio per ogni italiano – dice il prof Seghetti – è di 30 grammi al giorno. A questo punto è incomprensibile che faccia smorfie quando un litro d'olio di qualità costa anche 20 euro al litro, quindi il costo per ognuno di noi sarebbe di 60 centesimi al giorno, poi invece è normalissimo pagare 1 euro per un caffè al bar senza riflettere sulle caratteristiche salutistiche dell'olio di qualità”.

Meditate gente, meditate.


La classificazione fatta dai romani era questa: “Oleum ex albis ulivis” era l’olio di altissimo pregio ottenuto da olive di colore verde; “Oleum viride“, quello invece qualitativamente altrettanto valido, ricavato da olive appena invaiate e prossime perciò a una maturazione incipiente; “Oleum maturum“, quello ottenuto invece da olive nere e già mature, di qualità considerevolmente inferiore ai primi due oli; “Oleum caducum“, di qualità mediocre, quello che veniva estratto da olive raccolte da terra perché cadute dall’albero per maturazione avanzata; e, appunto “Oleum cibarium“, per indicare un prodotto di pessima qualità, ottenuto da olive aggredite da parassiti e destinato in parte all’alimentazione degli schiavi e in parte a usi diversi.


E c'erano molti ieri sera che hanno scoperto che il profumo erba tagliata, di pomodoro e il piccante che si sente una volta che l'olio di oliva tenera ascolana arriva in in gola è un segno di grande qualità dovuta ai polifenoli dell'olio extravergine monovarietale dell'olio piceno.


Poi altre scoperte come quella della presenza nel Piceno di ben 45 specie diverse di olive, di cultivar.


La storia di questo prodotto dell'agricoltura tracciata dal prof. Italo Rossi che nel 1902 censì 120 differenti tipi di olive.