Il Made in Marche ammalia Tokio

Il Made in Marche ammalia Tokio

Spacca:"Le basi sono più che buone: nel 2013 l’export marchigiano verso il Giappone è cresciuto del 14%"

Le Marche catturano il cuore del Giappone. Lo fanno proponendo a Tokyo – seconda tappa della missione economico-istituzionale in estremo oriente – le produzioni agroalimentari e culturali. Mostrando le bellezze paesaggistiche, il patrimonio storico-architettonico, le infinite possibilità di vivere il Made in Italy laddove si crea, soprattutto, evocando l’emozione dell’altro Rinascimento, quello di Urbino e delle Marche, meno noto di Firenze e della Toscana, ma culla altrettanto importante di un’epoca straordinaria.
Capace di creare un nuovo
rapporto tra la città ed il territorio, i borghi e le colline, che ancora oggi disegnano quell’armonia così tanto apprezzata dalla cultura giapponese. Celebrando l’ambizione per la qualità che caratterizza ogni attività dei marchigiani. Mostrando la creatività che si realizza nell’espressione della manifattura che definisce gran parte del Made in Italy, l’agricoltura certificata e tracciabile, rispettosa della biodiversità e delle tipicità. E infine ponendo le basi per una ricerca comune sul tema della longevità, che vede le Marche e il Giappone accomunati  dal record mondiale dell’aspettativa di vita.

Ambasciatori di tante suggestioni, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca e gli imprenditori che compongono la delegazione in missione in Corea del Sud e Giappone. Obiettivo centrato: lo certificano l’entusiasmo e l’attenzione che ha riscosso a Tokyo il Made in Marche, declinato nella proposta agroalimentare, lirica, turistica.

Il Giappone – dice Spacca – è la terza economia mondiale dopo Stati Uniti e Cina. Un Paese, quindi, dalle straordinarie opportunità per il sistema marchigiano. Opportunità non ancora completamente esplorate e che presentano dunque interessanti possibilità di sviluppo. Le basi sono più che buone: nel 2013 l’export marchigiano verso il Giappone è cresciuto del 14%, terzo anno consecutivo di segno più. I campi più interessanti sono il turismo, l’agroalimentare, la produzione di strumenti musicali, la cultura con particolare riguardo alla lirica. Ma anche la ricerca sanitaria e industriale sulla longevità attiva, mettendo a fattor comune le rispettive esperienze in questo campo. L’entusiasmo appassionato che le Marche stanno registrando nei numerosi appuntamenti in programma ci dice che siamo sulla giusta strada”.

Ed è proprio su questi settori che si sta concentrando la missione marchigiana a Tokyo. Gli strumenti: incontri diretti business to business, presentazione delle produzioni marchigiane a giornalisti ed operatori economici, meeting tra istituzioni e mondo accademico. Nella sede dell’Enit il presidente Spacca ha illustrato l’offerta turistica declinata nei cluster di prodotto che ne definiscono la strategia di marketing. Una strategia sostenuta dal web e dalle app Marche in Blue, The genius of Marche, Made in Marche, Parchi e Natura.
A fare da fil rouge, il Rinascimento e le emozioni che riesce ad evocare in Estremo Oriente. “I 60 tour operator e i 20 giornalisti giapponesi presenti all’incontro – sottolinea Spacca - sono rimasti affascinati dalla bellezza di una regione che conoscevano ancora troppo poco. Già conosciutissima ed apprezzata è invece la tradizione lirica delle Marche. Basti considerare che, per fare un solo esempio, il 68% degli spettatori del Rossini Opera Festival 2013 erano stranieri, per lo più proprio giapponesi”. Sulla scia di questo forte appeal esercitato dal cluster Cultura sul Giappone, si è svolto a Tokyo un incontro con i docenti delle Accademie, dei Conservatori e delle Università ai quali è stato illustrato il pregio della tradizionale industria di strumenti musicali delle Marche, a partire da quella della fisarmonica. Obiettivo, inserire lo studio di questo strumento negli Istituti musicali giapponesi.
Anche in questo caso le basi giocano a favore: nel 2013 l’export di strumenti musicali (insieme agli argenti) verso il Giappone ha sfiorato il +50% rispetto all’anno precedente.

E’ il Made in Marche a tavola ad aver fatto particolarmente breccia tra gli importatori giapponesi coinvolti nel corso della missione. Una cinquantina quelli che hanno incontrato nei BtoB organizzati nella sede Ice di Tokyo, gli imprenditori marchigiani dell’agroalimentare dei settori vino, pasta, olio, formaggi, tartufo, della cultura e del turismo.
Grande interesse per tutte le tipicità marchigiane, per l’attenzione alla tracciabilità, autenticità e qualità delle produzioni, per le certificazioni vero vanto dell’agroalimentare della nostra regione.
La pasta (con i maccheroncini di Campofilone su tutti), i vini (15 doc, 5 docg, 1 igt) in tutte le loro varietà e gradazioni, gli oli, le specialità casearie hanno catalizzato l’attenzione degli importatori giapponesi ai quali Doriano Marchetti, dell’Istituto di tutela vini, ha illustrato caratteristiche e virtù. Quegli stessi vini proposti negli abbinamenti con il sushi dallo chef Moreno Cedroni, nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo, alla presenza, tra gli altri, dell’ambasciatore d’Italia Domenico Giorgi, di Aristide Martellini dell’Ice di Tokyo, del marchigiano Massimo Ficcadenti allenatore del Tokyo Fc, del direttore Enit Asia Riccardo Strano (già dirigente del Servizio Turismo della Regione Marche), del direttore dell’Istituto italiano di cultura, il marchigiano Giorgio Amitrano. Nel corso della serata è stata annunciata la costituzione dell’Associazione dei marchigiani in Giappone, presieduta da Francesco Formiconi.

 


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