All’incontro, chiesto dalla Provincia di Macerata che da tempo, d’intesa con la Camera di commercio, sta promuovendo un’aggregazione di soggetti istituzionali e imprenditoriali per la costituzione di un Comitato promotore ufficiale per il “Ciauscolo della tradizione marchigiana Dop”, hanno partecipato rappresentati dell’Assam, della Coldiretti, della Cia, della Confartigianato e del Consorzio di tutela del ciauscolo IGP. “Dal 2009, infatti – ricorda l’assessore provinciale alle attività produttive, Giovanni Torresi – il ciauscolo ha il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) e la Dop sarebbe un ulteriore marchio di qualità in grado di valorizzare tale tipicità, quale eccellenza del territorio”.
L’incontro è servito ad approfondire anche le differenze tra la normativa per l’Ipg e la disciplina delle Dop. In particolare per quanto riguarda peso ed alimentazione del maiale, lavorazione e stagionatura del prodotto.
“La nostra volontà di arrivare alla registrazione di una Dop – ha ricordato l’assessore Torresi – scaturisce dall’esigenza di aumentare la ricaduta della produzione di ciauscolo sul sistema dell’allevamento, esaltando nel contempo alcune caratteristiche tradizionali del prodotto oggi non sufficientemente valorizzate”. Con la Dop il maiale le cui carne saranno utilizzate per il ciauscolo tradizionale marchigiano dovrà essere nato e cresciuto nel territorio regionale, allevato con mangimi della tradizione marchigiana ed assolutamente privi di Ogm.
Il prossimo passaggio del lavoro intrapreso sarà la redazione di una bozza di disciplinare dove dovrà essere indicato anche il nome scelto per il marchio Dop: “Ciauscolo della tradizione marchigiana” oppure “Ciauscolo tradizionale marchigiano”.