Orma Group, La Campofilone, Salumificio Ciriaci, F.lli De Carlonis e Spinosi saranno presenti con propri stand all’interno della 16° edizione del Salone Internazionale dell’alimentare italiano ch si sviluppa su 120 mila mq di quartiere fieristico, ospitando circa 2.300 aziende espositrici. Una vetrina di assoluto prestigio sempre di più rilevante nel favorire l’export agroalimentare italiano. Ma è anche grazie a prodotti tipici del territorio e all’esemplare modello produttivo di queste aziende che l’agroalimentare italiano è sempre più conosciuto nel mondo. Le imprese del Fermano saranno per i giorni della fiera” ambasciatrici” in vari settori di competenza dei prodotti tipici fermani. Prodotti che rappresentano un valido strumento per far conoscere il territorio da cui provengono in occasioni come questa di Cibus 2012 senza contare tutta la catena produttiva del comparto alimentare che dà lavoro a centinaia di persone.
Tra l’altro un’altra azienda del Fermano, il Salumificio 5 Ghiande è entrata in nomination nella categoria “migliore innovazione di prodotto” per la produzione del “Salame del cacciatore stagionato nella crusca” nella quarta edizione del premio Salumi & Consumi Awards, i riconoscimenti abbinati al Cibus 2012 dell’eccellenza assegnati dal retail. L’iniziativa intende sottolineare l’impegno delle aziende che si sono distinte nell’ideazione e nella realizzazione di attività di marketing e comunicazione, svolte nel 2011.
Stando alle stime fornite dall’organizzazione dell’evento la domanda di food made in Italy proveniente da tutto il mondo cresce ancora, nonostante la crisi economica. Non solo nei Paesi tradizionali importatori di cibo italiano, come la Germania o gli Usa, ma anche nei Paesi emergenti: 300 milioni di indiani benestanti consumano pasta, olio e formaggi italiani. In Brasile proliferano i ristoranti italiani e nei negozi crescono i consumi di pasta, salumi, formaggi, pizza e gelato. La Russia, che importa il 40% del proprio fabbisogno alimentare compra fortemente italiano; l’occidentalizzazione delle abitudini alimentari tocca anche milioni di cinesi e vietnamiti. Secondo i dati forniti dall’organizzazione di Cibus 2012 “l’export dell’industria alimentare non a caso è cresciuto del 10,3% nel 2011 e le previsioni per il 2012 sono buone. Inoltre le aziende Italiane tengono anche le quote sul difficile mercato interno e portano la bilancia commerciale dei prodotti tipici del made in italy ad un saldo positivo di 7 miliardi di Euro”.