Beethoven al duomo, un'occasione mancata

Beethoven al duomo, un'occasione mancata

All'appuntamento anche venti tedeschi dell'associazione "Ascoli-Trier"

Paradossalmente roboante e inapprezzabile l'attesa prova del maestro Alfredo Sorichetti che ha diretto venerdì sera i quarantacinque componenti della National Radio Company Ukraina Kiev Simphony Orchestra e i sessanta elementi del Coro Ventidio Basso all'interno di un luogo - il duomo di Ascoli Piceno - del tutto inadeguato ad ospitare la grande musica sinfonica. Parola e forma sinfonica uniti in un'unica e maestosa confusione: Beethoven c'è stato, ma non si sono distinti i suoni. Ad aggravare totalmente la situazione, l'inevitabile ingresso del Coro nel Presto per un "Inno alla Gioia" a dir poco frastornante. Un appuntamento mancato per tutti, per gli amanti della musica presenti in Cattedrale e persino per i venti convenuti tedeschi  dell'associazione "Ascoli-Trier". Tempesta e impeto sono finiti nel funerale del romanticismo. Un'occasione importante per riflettere e valutare la reale necessità di fare cultura a tutti i costi e ad ogni circostanza.