Una sezione dedicata a maioliche rinascimentali provenienti dagli scavi di Palazzo Bongiovanni
Per la prima volta in assoluto, la mostra propone i reperti rinvenuti durante i lavori di indagine archeologica presso l’area dell’Ex Istituto Magistrale e Scuola Materna “l’Aquilone”, comunemente nota come Pino Argentato.
Attraverso questa mostra si vuole promuovere un’idea più realistica e concreta della civiltà camerte. La mostra si snoda in un suggestivo percorso espositivo a ritroso nel tempo, che inizia con la fase di frequentazione più recente del Pino Argentato, quando esso era ancora spazio connesso al monastero di San Salvatore (metà XVI secolo), documentata dalle maioliche policrome a tema religioso e dai preziosi servizi da mensa rinascimentali.
Passa poi attraverso imponenti opere di riqualificazione architettonica di piena epoca medievale a forte vocazione artigianale, come testimoniato dalla fornace che ancora recava intatto, prima dell’abbandono o distruzione, il contenuto dell’ultima infornata di manufatti pertinenti alla classe ceramica della maiolica arcaica (seconda metà XIII secolo).
Il percorso espositivo si chiude infine, su tracce insediative di epoca arcaica (metà V sec. a.C.) testimoniate da un cospicua raccolta di manufatti ceramici quasi interamente ricostruiti in fase di restauro.
Una sezione della mostra è dedicata alle splendide maioliche rinascimentali provenienti dagli scavi connessi al ripristino di Palazzo Bongiovanni (2001/2002) che gettano luce su un ulteriore contesto archeologico cittadino.
Per due mesi sarà aperta a tutti i visitatori che potranno ammirarla come momento privilegiato di una particolare visita dentro la storia sotterranea della civiltà di Camerino e forse, una volta fuori, le scomodità create necessariamente da interventi di archeologia urbana sembreranno più tollerabili.