Cecchetti vuol dire parlare del lavoro di fabbrica di tutto il Novecento italiano
Sabato prossimo, 14 luglio, nelle ex Fonderie Marinelli di Civitanova, a partire dalle 21,45, è in programma la prima rappresentazione assoluta dello spettacolo “Vita d’Adriano, memorie di un cecchettaro nella neve”, scritto da Giorgio Felicetti, Francesco Piccolini e Andrea Chesi e prodotto dalla Provincia di Macerata. La storia, che sarà interpretata dallo stesso Felicetti, è quella di una fabbrica, la Cecchetti, dove in novant’anni hanno lavorato 50mila persone impegnate nella costruzione e nella riparazione di carri e carrozze ferroviarie. Raccontare della Cecchetti vuol dire parlare del lavoro di fabbrica di tutto il ‘900 italiano: le condizioni di lavoro, la presa di coscienza di appartenere a una “classe”, quella dei “cecchettari”, i pericoli e gli incidenti sul lavoro, gli scioperi, i licenziamenti, la chiusura, avvenuta nel 1994, per mancanza di commesse a causa di una presenza terribile all’interno della fabbrica: l’amianto. Ed è proprio sull’amianto che è focalizzato il monologo di Giorgio Felicetti. Protagonista del racconto è un operaio di nome Adriano che, ironia della sorte, si chiama come il suo padrone, Adriano Cecchetti. E sono proprio i ricordi dell’operaio Adriano a scandire i ritmi e i tempi del racconto. Da una mattina di guerra del 1940, quando lui tredicenne entra a lavorare in fabbrica, ad una mattina di oggi, quando si alza presto per andare dal medico. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito dei cartelloni del festival Esteuropaovest e della rassegna Terra di Teatri Festival che, promossa dalla Provincia di Macerata con il sostegno della Regione Marche ed organizzata dall’associazione Arena Sferisterio in collaborazione con i Comuni che ospitano gli eventi, armonizza e veicola l'immagine complessiva degli eventi e delle produzioni di qualità in programma nel maceratese durante la stagione estiva.
In settembre “Via d’Adriano” sarà rappresentato in Svizzera in un festival nel Canton Ticino e, nell’occasione, verrà registrato dalla Radio elvetica che lo trasmetterà in seguito sul secondo canale radiofonico in lingua italiana. A fine anno, inoltre, il monologo avrà una trasposizione letteraria con la pubblicazione di un libro.