Sarà infatti realizzato un ampio servizio all’interno della Chiesa dei Morti che ospita da anni il cimitero delle mummie.
A girare il reportage saranno gli inviati della trasmissione ‘La vita in diretta’ che stanno preparando quattro puntate speciali estive in onda in luglio e agosto in prima serata su Rai Uno. In una delle puntate ampio spazio sarà dato alle mummie di Urbania: un insolito e originale servizio con interviste ai turisti, allo storico custode Giuseppe Ducci, voci fuori campo di attori che daranno voce alle mummie, senza tralasciare la classica cartolina della città.
Tornano così alla ribalta i diciotto corpi mummificati naturalmente e custoditi della Chiesa dei Morti, nel centro storico dell’antica Casteldurante. La storia del singolare museo ha inizio nel lontano 1567 quando ad Urbania è nata la Confraternita della “Buona Morte”.
Sotto il patronato di San Giovanni Decollato, 120 fra laici e religiosi, promulgarono, assieme al Cardinale Giulio Feltrio della Rovere, lo statuto della Confraternita, composto da ben 31 capitoli. Scopo preciso del pio sodalizio era il trasporto gratuito dei cadaveri, l’assistenza ai moribondi e specialmente ai giustiziati, la registrazione in appositi libri dei defunti e la distribuzione delle elemosine ai parenti dei defunti. La sepoltura dei corpi avveniva nel retro della piccola chiesa, in un terreno adibito a cimitero.
Nei primi anni del 1800, Napoleone Bonaparte, emanò un editto (Saint Cloud) che istituiva i cimiteri extraurbani per ragioni sanitarie. Partirono anche nel piccolo cimitero di Urbania i lavori di riesumazione dei corpi che, incredibilmente, riaffiorarono intatti.
Nel 1833, i 18 corpi mummificati, furono esposti dietro l’altare della Cappella che da allora prese il nome di Chiesa dei Morti. Solo negli anni ‘60-’70, alcuni antropologi e biologi diedero una spiegazione scientifica del fenomeno. Sembra infatti che una particolare muffa (hipha bombicina pers) ne abbia provocato l’essiccazione. In pratica i corpi, oltre alla struttura scheletrica hanno la pelle, gli organi, in alcuni casi i capelli, gli organi genitali.
Oltre a ciò, ognuno dei 18 personaggi, nasconde vicende e storie di sorprendente rilevanza. Al centro del gruppo il priore Vincenzo Piccini, la moglie e il figlio. Tra le mummie quella del fornaio detto “Lunano” e della donna morta per parto. A seguire si trova un giovane accoltellato in una veglia danzante, con lo squarcio della lama; poi l’impiccato. Fra tutti spicca il corpo di chi, si racconta, fu sepolto vivo in stato di morte apparente e si risveglio nella tomba. Da cornice, nell’insolito museo, si possono ammirare il lampadario fatto di ossa e teschi.
Infolinee: Ufficio turismo Urbania 0722.313140