L’iniziativa, promossa dalla Provincia e dal Comune di Colli del Tronto in collaborazione con l’Asur – zone territoriali 11, 12 e13, C.O.N.I. e Unicam, è stata presentata stamane a Palazzo San Filippo ad Ascoli Piceno alla presenza dell’assessore provinciale allo Sport Nino Capriotti, dell’assessore allo sport del Comune di Colli Andrea Cardilli e della dirigente comunale alle politiche scolastiche e sanitarie Doriana Carosi, del presidente del comitato provinciale del CONI. Aldo Sabatucci e del medico sportivo Sergio Scalia.
«L’Amministrazione provinciale è da sempre in prima linea nel sostenere e nel diffondere la pratica sportiva - ha dichiarato l’assessore Capriotti - nella convinzione che lo sport debba essere innanzitutto strumento di benessere e di promozione della salute psicofisica della persona. La Provincia, infatti, dopo le positive esperienze del “progetto Cuore” e del meeting dello scorso anno sulla corretta alimentazione ha definito, con il prezioso contributo di esperti e insigni docenti, questa proposta che è stata preceduta dalla distribuzione di ben 18 mila opuscoli informativi nelle scuole superiori del territorio e di questionari in alcune scuole prese a campione». «Questo convegno rappresenta un’importante occasione per sensibilizzare ulteriormente il mondo sportivo e giovanile, intendendo analizzare ancora più da vicino i drammatici effetti legati al doping nell’attività agonistica e alla sua preoccupante incidenza su varie categorie di atleti professionisti, amatori e dilettanti» ha dichiarato l’assessore allo sport di Colli Cardilli.
«Ogni sportivo deve seguire i concetti fondamentali della sana nutrizione, dell'esercizio fisico metodico e dell’allenamento scientifico – ha ricordato il dottor Scalia che relazionerà nella tavola rotonda di sabato sulle dinamiche della “morte improvvisa nello sport” - rifiutando decisamente il doping e ogni sua conseguenza artificiosa».
Durante la presentazione è stata data diffusione ad una nota del prof. Pierluigi Pompei, del dipartimento di medicina sperimentale e sanità pubblica dell’Università di Camerino, che ribadisce che «il ricorso dopante non è soltanto un problema di natura morale o sociale ma costituisce un 'fenomeno di ignoranza etica' che ferisce profondamente il cittadino nonché l’espressione più sublime di tutte le discipline agonistiche. E’ nostro compito- riprende la nota - non solo fornire informazioni culturali e scientifiche sempre più complete ed esaurienti, ma anche rendere consapevole l’opinione pubblica dei terribili effetti collaterali delle sostanze proibite e dissuadere i possibili utenti».
«Coloro che praticano sport sono chiamati a vivere l’attività fisica secondo i principi di lealtà, sano spirito di competizione e correttezza nel rispetto assoluto del proprio stato psico-fisico” ha ricordato Aldo Sabatucci, presidente del Coni». «Il complesso fenomeno del doping, vista la sua portata e le sue conseguenze nefaste – ha evidenziato la dottoressa Carosi - coinvolge tutte le componenti educative e formative dell’universo giovanile: dalla scuola alla famiglia, dagli operatori sanitari agli istruttori sportivi, sino alle istituzioni. Tutti chiamati pertanto a contrastare l’uso di sostanze dopanti e fornire una giusta comunicazione sociale su questa dilagante piaga».