Mobili: «Civitanova non ha mai dimenticato il suo illustre concittadino»
La data non è stata scelta a caso, dato che l’illustre letterato nacque nella Città Alta proprio il 6 giugno, nel 1507.
Ad aprire il programma di manifestazioni in onore del Caro è stata la presentazione del documentario dal titolo “Annibale Caro”, realizzato da Artesettima con la regia di Massimo Angelucci Cominazzini e il contributo della Fondazione Carima. Un “promo” del filmato era già approdato il mese scorso al Festival del libro di Torino, dove è stato accolto con entusiasmo. Ieri, si diceva, la presentazione della versione integrale dell’opera, nel corso della manifestazione promossa dal Comune di Civitanova, dalla Provincia di Macerata, dalla Regione Marche, dalla Pinacoteca comunale “Marco Moretti” e dai Teatri di Civitanova.
A introdurre le celebrazioni, previste da una legge regionale del dicembre scorso, sono stati il sindaco di Civitanova Massimo Mobili, l’assessore regionale Pietro Marcolini, il vice presidente della Provincia di Macerata Donato Caporalini, il presidente della Mediateca regionale delle Marche Stefano Schiavoni, lo storico dell’arte Stefano Papetti e lo stesso regista del documentario, Angelucci Cominazzini. Presenti, per l’occasione, diverse autorità, tra cui il consigliere regionale Ottavio Brini, promotore della legge dedicata al programma di iniziative per il cinquecentenario della nascita di Annibal Caro, e diversi consiglieri provinciali e comunali.
«Civitanova – ha detto in apertura dei lavori il sindaco Mobili – non ha mai dimenticato il suo illustre concittadino, come testimonia anche questo teatro a lui dedicato dove nel 1966 un grande regista come Luca Ronconi allestì la commedia Gli straccioni, che porta la firma di Annibal Caro. Mobili ha ricordato anche l’acquisto da parte del Comune della casa natale del poeta, oggi sede della Pinacoteca, e il recente restauro della lapide fatta apporre dal conte Pietro Graziani nel 1772 sulla facciata interna dell’edificio, tradotta nel 1943 da Salvatore Quasimodo.
Un plauso all’iniziativa promossa per celebrare l’intellettuale cinquecentesco è venuto dall’assessore regionale Marcolini, che ha sottolineato la «valenza delle celebrazioni sotto il profilo civile e culturale ma anche sul piano turistico e promozionale», e dal vice presidente provinciale Caporalini, il quale ha messo in evidenza come l’attività di studio avviata già da tempo, come nel caso del documentario di Artesettima, indichi «che non si tratta di una ricorrenza effimera». Lo stesso Caporalini ha annunciato che in onore di Annibal Caro sono in programma celebrazioni anche nella capitale. Parole di apprezzamento per l’opera di Angelucci Cominazzini sono state espresse dal presidente della Mediateca regionale Schiavoni.
A introdurre il documentario sono stati il prof. Papetti, che si è soffermato in particolare sui rapporti tra Annibal Caro e l’arte, testimoniati tra l’altro dalle lettere del poeta, e il regista dell’opera. Per realizzarla, ha spiegato lo stesso Angelucci Cominazzini, ci sono voluti tre anni di lavoro tra studio, ricerche e riprese. Cominciate proprio dal fondale del teatro di Civitanova Alta, dove è raffigurato Annibal Caro insieme a Dante e Virgilio, esse sono state realizzate in vari luoghi.
Dal documentario – in tutto circa un’ora di filmato – emerge un aspetto interessante, legato in modo particolare a Civitanova. Si tratta del “filo rosso” che unisce, seppure a quattro secoli di distanza, il pittore e incisore Arnoldo Ciarrocchi, anch’egli nato a Civitanova, e Annibal Caro. La figura del letterato cinquecentesco ricorre infatti spesso nelle opere dell’artista, come si vede dal documentario che, al termine della serata, è stato donato al pubblico presente insieme a un libretto stampato per l’occasione.