La Costituzione, ha sessant'anni ma non li dimostra

La Costituzione, ha sessant'anni ma non li dimostra

Sileoni: «Non si è sempre consapevoli dei valori insiti nella legge fondamentale dello Stato»

Essa non è ‘vecchia’ ed affermando ciò si rischia seriamente di legittimarla». Lo ha detto Giovanni Di Cosimo, professore di diritto costituzionale all’Università di Macerata, intervenuto al convegno su “attualità e valori della Carta costituzionale “ organizzato nella sala consiliare della Provincia, a Macerata, dalla presidenza del Consiglio provinciale. Su quanto affermato da Di Cosimo si sono trovati concordi anche gli altri relatori, il senatore Guido Calvi e Serena Sileoni ricercatrice all’Università di Siena. Quest’ultima, ricordando che la Costituzione italiana ha avuto il suo momento storico “fondante” nel Referendum istituzionale del 2 giugno ’46 e sia nata dal desiderio di libertà che allora era preminente su tutto, ha sottolineato come ci sia oggi bisogno di far conoscere la Carta costituzionale ai giovani. «Chi non ha vissuto quel momento storico  – ha detto Serena Sileoni – non è sempre consapevole dei valori insiti nella legge fondamentale dello Stato. I giovani d’oggi si trovano ad applicare tutti i giorni i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce e garantisce senza rendersi conto che essi derivano proprio da essa».
UN MOMENTO DEL CONVEGNO«Tutti dobbiamo renderci conto che la funzione principale di ogni costituzione moderna – ha ripreso il prof. Di Cosimo -  consiste nel difendere i cittadini rispetto al potere» e per cambiare la Carta costituzionale è necessaria una condivisione generale. «Modificare la Costituzionale con strette maggioranze, pur se tecnicamente possibile e giuridicamente legittimo – ha proseguito il docente dell’Università di Macerata -  rischia di far sentire quelle modifiche e quindi la Costituzione stessa uno strumento di parte, mentre essa deve rimanere una ‘casa comune’ dove tutti vi si riconoscono».
Per il senatore Guido Calvi  è «la crisi della politica» che deve essere risolta prima di approntare una eventuale modifica della Costituzione, che il parlamentare ha definito “tra le più avanzate” dell’Occidente. Calvi, sottolineando i punti  più qualificanti della Carta costituzione italiana, si è soffermato sulla “Divisione dei poteri”  ed in particolare l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario «che non ha eguali in Europa», tanto che la Spagna – all’indomani della fine del regime dittatoriale – si è ispirata proprio alla Costituzione italiana per organizzare la propria Magistratura. Il senatore, tuttavia, ha riconosciuto necessari alcuni aggiustamenti al testo costituzionale, soprattutto per quanto riguarda il Parlamento. «Oggi non esistono più – ha detto Calvi – quelle ragioni storiche che portarono il costituente a prevedere un bicameralismo perfetto (cioè identiche funzioni tra Senato e Camera) e un numero elevato di deputati e senatori».
Al convegno, coordinato dal presidente del Consiglio provinciale, Silvano Ramadori, sono intervenuti il prefetto di Macerata, Ferdinando Buffoni, che con il suo saluto ha aperto i lavori ed il presidente della Provincia, Giulio Silenzi che ha avuto il compito di chiudere il dibattito. Egli ha ricordato che il referendum dello scorso anno sulla riforma costituzionale «ha confermato il sostanziale attaccamento degli italiani alla Costituzione e soprattutto il convincimento che nessuna riforma possa essere fatta da una sola parte politica». Al convengo sono intervenuti diversi sindaci dei Comuni maceratesi, autorità militari, consiglieri provinciali, docenti e molti studenti.

 

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