Quale futuro per l'Europa?

Quale futuro per l'Europa?

L'intervento del sottosegretario Pietro Colonnella nella sede della Facoltà di Economia

L'incontro è avvenuto all'Università politecnica delle Marche, che in occasione della chiusura dell'anno accademico ha celebrato l'appuntamento nella sede di San Benedetto. Erano presenti, oltre al sottosegretario, Enzo Pasciarelli, preside della Facoltà di Economia G. Fuà , Gian Luca Gregori vice-preside e professore di Economia e gestione delle imprese industriali dello stesso Ateneo e il prof. Renato Novelli. Il sottosegretario Colonnella ha ricordato il lungo iter che ha portato all'Europa di oggi, sottolineando l'importanza della Costituzione Europea. «Nel 2005, purtroppo - ha detto- c'è stata una battuta d'arresto su questo fronte, perchè Francia e Olanda hanno rifiutato il trattato, e la Costituzione è stata bloccata». Colonnella ha proseguito l'intervento sottolineando l'importanza dell'Europeismo anche in chiave territoriale: «I padri costituenti hanno fortemente voluto non solo una Unione degli stati -ma soprattutto una cittadinanza attiva. Il nostro compito di amministratori- ha sottolineato il sottosegretario - è proprio questo: contribuire allo sviluppo in chiave europea degli Enti locali». Da non sottovalutare, poi che nel periodo di tempo che va dal 2007 al 2013 sono previsti per l'Italia 26 miliardi di euro. Questi fondi verranno ripartiti per ciascuna regione e anche la nostra regione avrà la sua fetta. Per le politiche ambientali, per la scuola e per gli altri settori di pubblico interesse. L'Europa insomma, vista non solo in chiave economica e fatta di parametri come impose Maastricht nel '92, ma come un nuovo strumento da utilizzare: un ideale di ampio respiro e di altissimo profilo culturale, fatto per unire tutti i popoli.

 

Il prof Gregori ha svolto una vera mini-lezione sul ruolo delle piccole e medie imprese in questo nuovo contesto. Il professore ha spiegato lo scenario attuale, paragonando le caratteristiche economiche di ciascun paese membro. Tasso di disoccupazione, reddito pro-capite e Pil. «Possiamo affermare - ha detto Gregori - che non esiste un consumatore europeo medio. La nuova europa avrà quasi 500 milioni di abitanti e un pil di oltre 10mila miliardi di euro, ma le divisioni, in termini economici, tra un belga e un rumeno rimangono evidenti». Il futuro mercato europeo non sarà sicuramente omogeneo e gli esempi del professore sono significativi. I paesi membri hanno stilato un'agenda e entro il 2010 andranno conseguiti alcuni risultati: «Innanzitutto - ha chiuso il professore - la crescita economica, poi lo sviluppo, le liberalizzazioni e le infrastrutture. Solo con gli scambi si potranno creare i ponti della conoscenza».