La democrazia deve un grande tributo alla rivolta d'Ungheria
L’insurrezione di Budapest, nel 1956, fu soffocata nel sangue dai carri armati sovietici e dei Paesi del Patto di Varsavia.
Massimo Caprara, ex segretario di Palmiro Togliatti, ha scritto che <la democrazia occidentale deve un grande tributo alla rivolta d’Ungheria del 1956 e non si possono ammettere eccezioni o dimenticanze di sorta>.
La repressione sovietica, portata a termine con 100 mila soldati comunisti e 2 mila carri armati, oltre alle vittime degli scontri e dei bombardamenti, ebbe un bilancio agghiacciante: 2 mila persone fucilate, 20 mila imprigionate, 15 mila furono i condannati ai lavori forzati e 10 mila quelli mandati al confino; 12 mila ungheresi furono deportati in Unione Sovietica. In 200 mila fuggono in Occidente.
La rivoluzione di Budapest è una delle grandi testimonianze rese alla libertà nel secolo scorso. Una rivoluzione per sottrarsi alla cappa del controllo soffocante su ogni espressione di pensiero, realizzata dal comunismo. Ricordarla oggi, ad oltre 50 anni di distanza non significa solo riproporre il racconto di un particolare evento storico, ma il grido che è in ogni uomo, in ogni tempo. E il valore di questo richiamo resta quanto mai valido soprattutto in un Occidente sempre più intorpidito e disposto ad “accontentarsi” di un benessere materiale che pure mostra sempre più evidente la debolezza delle sue fondamenta.
Dal 16 al 21 aprile prossimi – in collaborazione con il centro culturale “Arca”, l’associazione “Marche studenti” e l’associazione professionale di insegnanti Diesse – la sala Foresi ospiterà una mostra fotografica con gli “scatti” che il grande fotoreporter Erich Lessing realizzò a Budapest, nell’autunno del 1956, e che documentano la lotta degli ungheresi.
Sarà possibile visitare la mostra dalle 18 alle 20, mentre la mattina la visita sarà riservata ai gruppi, soprattutto delle scuole. Particolare importante: le visite dei gruppi (prenotazione al 348/5902587) saranno guidate da alcuni ragazzi delle scuole medie superiori, che si sono preparati a questo lavoro insieme ai loro insegnanti.
La città ricordò, già, in occasione della giornata della Memoria dello scorso anno, la vicenda dei ragazzi tedeschi della Rosa Bianca. I giovani sacrificarono la loro vita per opporsi al totalitarismo nazista.