Al Museo Archeologico di Ascoli Piceno la musica barocca ha abbracciato il mondo classico

Al Museo Archeologico di Ascoli Piceno la musica barocca ha abbracciato il mondo classico

Successo per il concerto di 'Mousikè'

Ascoli - Grande consenso e partecipazione di pubblico hanno caratterizzato il concerto “Mousikè”, svoltosi nella splendida cornice del museo archeologico di Ascoli Piceno sotto l’egida del MIBAC.

 

L’evento, organizzato dall’associazione culturale Medea, in collaborazione con “Radio Incredibile”, si è incentrato sull’affascinante connubio tra musica barocca e miti greco-romani con l’eterno conflitto tra dionisiaco e apollineo. La musica per i greci non era soltanto una semplice attività di svago ma una forma di paidéia, ossia formativa e pedagogica con una stretta connessione tra arte ed èthos. Suggestioni che sono riecheggiate, in tutta la loro potenza evocativa, nell’impeccabile esecuzione del controtenore italo/greco Nikos Angelis, accompagnato al clavicembalo dal Maestro Alessandro Buca, esibitosi con un pregiato clavicembalo italiano del suo laboratorio (copia di Giovan Battista Giusti, Lucca 1681). Il pregevole repertorio ha visto l’esecuzione di arie di Monteverdi, Duphly, Cavalli ed Händel, con due rari frammenti musicali giunti ai nostri giorni: dell’epitaffio di Seikilos e della I Pitica di Pindaro.

 

Il concerto è stato intervallato dalla voce recitante di Consuelo Travaglini con una bellissima riflessione sul potere della musica e dalla lettura di opere d’arte collegate al repertorio musicale proposto curata da Nazzareno Menzietti e, per questa occasione, arricchita dall’intervento archeologico di Sofia Cingolani.

 

Il primo intermezzo artistico/archeologico si è imperniato su una scena di banchetto con auleta e corteo di baccanti presente su una kylix attica seguito dalla lettura dell’opera Le baccanti di Boucher. Il secondo intermezzo ha visto l’illustrazione di un cratere neoattico con una teoria di ninfe proveniente da Urbisaglia, collegata con la lettura di un paesaggio settecentesco con ninfe danzanti. L’intermezzo conclusivo è stato dedicato all’apollineo mediante la descrizione di un cratere a figure rosse con raffigurazione di Apollo citaredo, seguito da un citazione del Parnaso di Vouet.

 

Dunque un appuntamento di grande impatto visivo e sonoro che certamente vedrà nuovi eventi organizzati dall’associazione Medea sull’onda dell’eterno legame tra arte e musica.