Prima sotto la guida di Paolo Seghetti, mirabile direttore della Pinacoteca civica poi andato in pensione, quindi da solo, si era trovato ad affrontare la ricostruzione della Pinacoteca dopo il terremoto del 1972. Angelo inventò allora, come sentirete dire dal prof. Papetti nel video, la Pinacoteca moderna, aperta alle visite delle scuole. Aveva pensato ad un museo non come fino ad allora contenitore di opere, ma come luogo d diffusione della cultura nei territori e produttore di economia. Una per tutte. Fu una sua invenzione il vincolo che ha salvato la collezione dei 150 violini del Pasqualini, oggi visitabile, in accordo con la Soprintendenza.
Ascoli - La commemorazione di Angelo Speri a 10 anni dalla sua scomparsa mi ha gettato di nuovo nel panico come quando scoprii, grazie ad un albergatore di Amandola non più tardi di 4 anni fa, che i nostri Sibillini sono il luogo dove esiste un importante parco di orchidee selvatiche meta di un fiorente turismo straniero. Così dalla commemorazione nella Sala della Vittoria in Pinacoteca il ritratto che di Angelo hanno fatto suo fratello Galliano, il prof. Stefano Papetti e Alessandro Michelangeli Prosperi, mi hanno posto il dubbio sul significato della parola amico, perché di Angelo questo ritenevo di essere. Un amico non dovrebbe conoscere aspetti importanti della vita dell'altro?
Ora, poiché l'essere umano per costituzione deve trovare ogni giustificazione ad una propria carenza, ho subito pensato che ai tempi nei quali il Consiglio comunale si svolgeva nella sala Ceci della Pinacoteca civica e Angelo era una presenza costante, eravamo più occupati a parlare tra noi di politica che del suo lavoro. Che Angelo fosse un dipendente comunale per me era scontato, ma di cosa si occupasse non avevo fatto il centro della mia attenzione, né con lui avevo avuto modo di affrontarne il tema.
Poi c'era la mia professione di fotoreporter che
mi faceva muovere velocemente a inseguire fatti di cronaca locale e
nazionale e, come si sa, spesso la velocità non aiuta la
riflessione. Da venerdì pomeriggio 6 settembre 2019 più che mai la
sua morte mi è parsa così "inopportuna".
Ritenevo Angelo una sorta di
elfo perché malgrado la sua menomazione fisica faceva cose che
mettendomi al suo posto e nelle stesse condizioni ritenevo
impensabili che potessi fare. Solo per questo lo consideravo
superiore a noi, agli altri, perché tra l'altro condiva ogni
situazione con mirabile autoironia. Bene, contravvenendo da ogni
regola giornalistica che vuole nelle prime dieci righe la notizia,
spero, a mo' di narrazione noire (sic), di aver attratto invece la
vostra attenzione perché ora viene il bello, per me è stato
emozionante scoprirlo.
La notizia è questa: era stato assunto
in Comune da operaio ma aveva fatto tutt'altro in realtà. Prima
sotto la guida di Paolo Seghetti, mirabile direttore della Pinacoteca
civica poi andato in pensione, quindi da solo, si era trovato ad
affrontare la ricostruzione della Pinacoteca dopo il terremoto del
1972.
Angelo inventò allora, come sentirete dire dal prof. Papetti
nel video, la Pinacoteca moderna, aperta alle visite delle scuole.
Aveva pensato ad un museo non come fino ad allora contenitore di
opere, ma come luogo d diffusione della cultura nei territori e
produttore di economia. Una per tutte. Fu una sua invenzione il
vincolo che ha salvato la collezione dei 150 violini del Pasqualini,
oggi visitabile, in accordo con la Soprintendenza.
Poi c'è l'Angelo Speri collaboratore di Flash una rivista per la quale ha scritto, oltre che di cultura, di ogni altra materia, come ha ricordato Alessandro Michelangelo Prosperi.
Dopo un'introduzione dell'assessore
alla Cultura Donatella Ferretti, che ha ringraziato la famiglia per
il lavoro svolto da Angelo, il fratello Galliano ne ha tracciato
l'immagina pubblica, di uomo che ha lavorato per il Bene comune al di
là del proprio ruolo giuridico, non seduto sulla sua qualifica di
operaio, ma volto alla tutela di un patrimonio che riteneva cruciale.
Proseguì l'idea di Paolo Seghetti che ideò, unico nelle Marche, un
archivio iconografico di tutti i materiali della Pinacoteca.
Per
concludere una sorta di firma sul modo di pensare della cosa pubblica
per Angelo Speri: catalogò tutte le stampe del 600 che erano
accantonate nella sala Ceci, dove si svolgeva il Consiglio comunale
perché aveva notato che ogni tanto qualcuno sfilava una stampa da
portarsi a casa, magari ritenendo che non valessero molto. Con questa
sua catalogazione Angelo Speri mise al sicuro circa 15 mila stampe.
Bene, caro Angelo ho mio malgrado scoperto che fino ad ora siamo stati “conoscenti” perché per mia colpa non conoscevo quanto hai fatto per proteggere tanta ricchezza per me e tanti ascolani, ora posso dire di potermi chiamare finalmente, seppure con colpevole ritardo, tuo amico. Grazie Angelo.