Il noto studioso torna ad Ascoli Piceno in vista della Giornata della Memoria. Dalla sua voce il ricordo di una città accogliente nel dramma della persecuzione razziale.
Ascoli - Sarà uno
straordinario ritorno quello di Bruno Segre ad Ascoli Piceno, il 20
gennaio prossimo, per una serie di iniziative programmate dal Circolo
Acli “Achille Grandi” e dall'Istituto provinciale per la storia
del movimento di liberazione delle Marche.
Il noto studioso, oggi ottantasettenne, tornerà nella città in cui nel 1943, a soli 13 anni, in fuga da Milano insieme alla madre ed alla sorella, trovò riparo dalla persecuzione razziale.
Il 20 gennaio,
in vista della Giornata della Memoria e nell’80° anniversario
della promulgazione delle leggi razziali, due saranno gli
appuntamenti in programma.
Nella mattinata
Bruno Segre incontrerà gli studenti del Liceo Classico “Stabili”
di Ascoli Piceno, istituto presso cui, al termine della guerra, poté
riprendere gli studi dopo essere stato bandito dalle scuole a seguito
delle leggi razziali; nel pomeriggio alle ore 18, presso la Libreria
Rinascita, lo studioso presenterà invece il suo ultimo libro, “Che
razza di ebreo sono io” con una introduzione di Costantino Di Sante
ed un dialogo condotto da Lanfranco Norcini Pala.
Dell’anno
trascorso in città, che lasciò dopo la fine della guerra, lo
studioso ha affettuosi e nitidi ricordi. Nel corso
dell’incontro verrà consegnato un riconoscimento ai discendenti di
Romeo De Amicis, l’ascolano che, tra il 1944 ed il 1945, accolse in
casa Bruno Segre e la sua famiglia, offrendo rifugio e protezione.
Segre, studioso di cultura e storia degli ebrei, per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Dal 1991 al 2007 ha presieduto l’Associazione «Amici di Nevé Shalom/Wahat al-Salam». Ha diretto dal 2001 al 2011 il periodico di vita e cultura ebraica Keshet. Segre è molto conosciuto anche per essersi occupato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti nell'ambito del Movimento di Comunità di Adriano Olivetti, a cui ha dedicato alcuni dei suoi libri.