Ascoli - Sabato 3 dicembre nel campo base di Arquata del Tronto, Slow Food Urbino, premierà con un riconoscimento l’impegno dei Vigili del Fuoco nelle zone colpite dal sisma. Subito dopo, nello stesso campo base, omaggerà i circa 250 “angeli con gli stivali” con un pranzo a Km 0 a base di prodotti tipici marchigiani provenienti dall’azienda agricola Agrifactory: dal ciauscolo, al prosciutto, fino alla porchetta del suino della marca.
E’ un piccolo gesto di solidarietà. Un modo per dire grazie a chi ancora sta lavorando tra le macerie. Sono, infatti, duecento cinquanta i vigili del fuoco, provenienti da tutta Italia, impegnati ad Arquata del Tronto e zone limitrofe dal 24 agosto scorso, giorno in cui si è registrata la prima scossa di terremoto. Da allora senza sosta centinaia di loro stanno lavorando in mezzo a edifici distrutti o pericolanti, rischiando la vita per ridarne un po’ a chi in quelle zone ha perso tutto. Dal recupero delle salme, dei beni dei cittadini, alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, privati ed ecclesiastici, il lavoro di questi uomini non si ferma, neppure oggi che i riflettori sul terremoto si sono spenti.
“Questa iniziativa nata da
un’idea di Gianluca Carrabs, delegato Slow Food Urbino per le
Comunità Appenniniche, è stata subito proposta al nostro socio
Claudio Ovarelli, Capo Reparto dei Vigili del Fuoco, - ci spiega
Giulio Lonzi, fiduciario Slow Food di Urbino – per lanciare un
messaggio simbolico che il cibo è uno strumento di rinascita per una
comunità; ed in questo caso è stimolo per valorizzare l’impegno
costante dei Vigili del Fuoco, in un territorio che va preservato,
custodito e manutenuto”.
Infatti, da anni Slow Food si
batte per la tutela del territorio. Lo stesso Carlo Petrini,
presidente di Terra Madre e Slow Food, ha avviato una serie di
campagne di solidarietà per sostenere le popolazioni colpite dal
terremoto e pensare al loro futuro: dall’invito a scegliere i
prodotti alimentari e agricoli che arrivano dalle aree colpite per
sostenere l’economia locale, a iniziative come questa per mantenere
alta l’attenzione e la sensibilità su questi territori,
soprattutto nella fase post-emergenza, quando sarà necessario tutto
il sostegno di associazioni come slow food alle Comunità
appenniniche dell’Italia centrale per riuscire a favorire la
ripresa quella quotidianità così duramente sconvolta.
Per info: Giulio Lonzi, fiduciario Slow Food di Urbino 347.3129386