Natura e musica sono state così al centro della XI tappa del “Festival dell’Appennino” ambientata, questa volta a Folignano, al confine tra Abruzzo e Marche.
La giornata ha regalato sin dalla partenza, da Case di Cioccio, ai tantissimi partecipanti un’infinità di sorprese che ha toccato il suo momento clou con la sosta dinanzi alla Grotta Margherita dove si è potuta ammirare, in tutta la sua bellezza e originalità, una installazione creativa a cura di Valentina Falcioni, Roberta Ottavi e Federica Amichetti.
Ripreso il tragitto, gli escursionisti, guidati dalla Guida Alpina Tito Ciarma, superando le naturali fatiche dovute al grande caldo e all’afa di una giornata pienamente estiva, hanno completato il percorso nel tardo pomeriggio, arrivando nella località di San Benedetto di Folignano in un’atmosfera conviviale e ricca di allegria.
Ad accogliere il nutrito gruppo, capeggiato dall’Assessore alla cultura Andrea Maria Antonini, sono stati gli amministratori del Comune, tra cui il vicesindaco Samuele D’Ottavio, e i responsabili della Associazione locale “Terre di Confine” che rivolgendo un sentito grazie agli organizzatori del Festival, hanno esaltato il valore di un’iniziativa capace di fondere arte, paesaggio e socialità in un mix riuscitissimo.
Dello stesso avviso, l’Assessore Antonini che, rimarcando lo spirito guida della rassegna provinciale, ha ribadito l’importanza di fare comunità grazie a semplici ma basilari elementi attinti, come sempre, dalla migliore tradizione popolare del Piceno. L’assessore ha poi voluto ringraziare tutti coloro che si sono prodigati nell’organizzazione dell’evento, con un particolare grazie al parroco Don Carlo che ha permesso di utilizzare lo spazio dinanzi alla chiesa di San Lorenzo dove si è tenuto l’atteso concerto “Bella gente dell’Appennino”.
A chiudere la bella giornata all’aria aperta è stata, dunque, la performance di Giovanni Lindo Ferretti che, attraverso un calibrato mix di parole e pensieri, ha incantato oltre 300 spettatori letteralmente conquistati dalla sua verve intrisa di richiami alla natura, alla cultura agreste, al paesaggio montano, all’umanità, al divino e all’assoluto.
Il tutto accompagnato dalle note dell’abile violinista Ezio Bonicelli che ha saputo tradurre in musica le riflessioni e le profondità più intime dell’artista originario di Cerreto Alpi, luogo simbolo dell’Appennino Tosco-Emiliano.