E di farlo non solo ascoltando ma anche in modo partecipativo, mettendosi in gioco, manifestando pensieri, emozioni, stati d’animo in un confronto aperto, grazie ad un ambiente che permette all’autenticità di ognuno di liberasi. Sicuramente tutto questo ed altro ancora è il segreto del successo clamoroso e per certi versi inaspettato della prima edizione del Filofest, Festival della Filosofia di Strada, con direzione scientifica del prof. Augusto Cavadi di Palermo, organizzato dall’associazione Wega insieme alla Fondazione Carisap e tenutosi ad Amandola, Smerillo e Montefortino. Diverse centinaia le persone, provenienti da tutta Italia, per partecipare agli incontri con una quindicina di filosofi anch’essi approdati nell’area dei Sibillini da varie regioni per un esperimento rivoluzionario: non spiegare la filosofia da una cattedra ma dare corpo alla pratica filosofica nella vita quotidiana, portando gli strumenti preziosi di questa disciplina in mezzo alla gente, nei luoghi della quotidianità. Da ciò è emersa sia la grande disponibilità dei filosofi a confrontarsi con il pubblico che la partecipazione attiva di questo, fatta di interventi e domande. E quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da molti come la novità di questo Festival rispetto ad altri più grandi e blasonati.
La filosofia dunque non solo ascoltata ma “vissuta” che entra nei luoghi più incantevoli dei Sibillini, che fa trionfare una scommessa, quella di fare della cultura un traino straordinario del turismo in queste zone. E così accade che circa 200 persone partecipano alla passeggiata filosofica fino al chiaror di luna notturno intorno al lago di S. Ruffino e nel bosco discutendo e riflettendo sulla ricerca di senso nella vita. O che una sala strapiena con vista straordinaria dal mare ai Sibillini del Ristorante Le Logge di Smerillo riesca a malapena a contenere i circa 250 partecipanti, per ascoltare il confronto appassionante tra due filosofi di orientamento diverso sul mistero che interpella la filosofia per capire se si può essere filosofi e cristiani. Passando per la meditazione laica sul cosmo nel museo dei fossili o del confronto tra violenza e non, partendo dalla Bibbia nel Santuario dell’Ambro. Senza parlare delle affollatissime colazioni filosofiche. “Questo successo – dice il presidente Wega Domenico Baratto – è dovuto grazie ad un coinvolgimento in una rete orizzontale di persone attente alla cultura, di associazioni e altri soggetti sociali del territorio che hanno creduto fortemente ed operato volontariamente per la riuscita dell’evento”.
Dunque una bella dimostrazione con i fatti che la cultura crea valore anche economico oltre che di crescita della qualità di vita. Ciò anche per smentire coloro che finora hanno pensato, a torto, che il turismo nell’area dei Sibillini potesse essere richiamato solo con le sagre e le manifestazioni gastronomiche.