La presentazione avverrà domani 24 maggio allealle 16,30 presso il palazzo della Provincia, Sala Consiliare. La serie editoriale è nata in collaborazione tra Provincia e Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno con l’obiettivo di ottimizzare e divulgare le esperienze di ricerca conoscenza del territorio piceno.
Un’area che affonda la propria importanza nella storia sociale ed economica del territorio e che potrà rivestire un’importanza cruciale per il futuro sviluppo urbano, sociale, economico e culturale della città.
La storia dello stabilimento SGL Carbon ad Ascoli non è diversa dalle tante che nel XX secolo hanno segnato l’avvio della industrializzazione italiana: tra fiume e ferrovia secondo le convenienze insediative del tempo, la produzione di elettrodi di carbone con i suoi inevitabili danni ambientali – allora ininfluenti rispetto alle necessità dello sviluppo industriale – divenne la prima fonte di lavoro per una città ed un territorio che iniziavano un lungo percorso di riconversione dall’occupazione contadina a quella operaia.
Così per gli ascolani l’area “Carbon” da una parte appartiene da sempre alla città, dall’altra ne è un corpo estraneo, recintato, protetto, quasi invisibile. Di conosciuto c’è la serie di ciminiere il fronte degli ingressi e dei servizi alle spalle della stazione, i campi sportivi lungo la strada che porta allo stadio. Ma dalle sponde opposte del fiume c’è anche la visione a distanza – dura e ostile – e lo spettro dell’inquinamento ambientale.
L’area Carbon è per la città e per il suo territorio un’area strategica, testata ovest del sistema vallivo del Tronto, porta diretta al centro storico. Qualunque possa essere il suo futuro per l’area Carbon questo significa recuperare, almeno in parte, la destinazione a parco verde, acquisire un ruolo di spazio pubblico con attrezzature di interesse collettivo, proporsi in stretta relazione con un nuovo progetto della stazione e delle aree di pertinenza, che dovranno essere ripensate anche come scambiatori dei flussi che dal territorio si distribuiscono nella città.
Ma il primo numero di AA/PP, prima ancora di parlare del futuro dell’area della SGL Carbon, vuole aprire i cancelli dello stabilimento e accompagnare il visitatore alla scoperta di un mondo industriale che non esiste più, di una fabbrica che ha terminato il suo ciclo, di un area che dovrà tornare alla città. Con la guida di Elena Ippoliti un gruppo di giovani ricercatrici della Facoltà di Architettura, Maria Teresa Cusanno, Francesca Dezi, Angela Magionami, Anna Laura Petrucci, Maria Chiara Rocci, hanno lavorato per sei mesi raccogliendo dati, materiali storici ed illustrativi, censendo gli edifici, fotografando, ridisegnando planimetrie, piante sezioni e prospetti, insomma costruendo un quadro ampio ed esauriente della consistenza dello stabilimento per consegnarlo alla comunità civile e scientifica.
Così oggi sarà possibile per tutti “scoprire la Carbon”.