Continua il duello a distanza tra società e Comune
Oppure chi lo farà per suo conto si presenti documento d'identità e delega notarile alla mano". Il Comune può definirsi a dir poco irritato dopo la mancata firma da parte dell'Ascoli calcio della delibera di giunta sull'utilizzo dello stadio Del Duca. La settimana scorsa la delibera era stata discussa in Conferenza dei servizi e, in assenza dell'amministratore unico Roberto Benigni, impegnato all'estero, sottoscritta da quattro dirigenti del club: Felice Pulici, Emidio Gaspari, Guido Manocchio, e dal direttore dei lavori incaricato dalla società bianconera Francesco Cinciripini. Chi governa questa società? I dirigenti sicuramente avevano un mandato valido per sottoscrivere un accordo. Il comportamento del presidente non è da serie A. Non meno duro del Sindaco l'assessore comunale al patrimonio Giulio Natali. "Abbiamo dato incarico all'ufficio legale del Comune di far rispettare quanto sottoscritto dai dirigenti dell'Ascoli. Con quel documento - ha aggiunto - noi abbiamo autorizzato l'Ascoli calcio a fare i lavori, ma loro si sono impegnati a pagare il fitto arretrato rateizzato in cinque anni e predisporre la nuova convenzione entro il 31 marzo. Se ciò non avverrà, il 30 giugno, quando scadrà l'attuale convenzione, andrò personalmente a chiudere lo stadio Del Duca". Oggi Benigni, in una intervista rilasciata al Messaggero, aveva fatto sapere che non firmerà la nuova convenzione con l'amministrazione comunale, perché considera "ancora valida a tutti gli effetti la precedente. Almeno fino a quando non ci sarà un pronunciamento del Tar". Ma i dirigenti bianconeri avevano titolo per impegnarsi per conto della società? "Stiamo cadendo nel ridicolo - attacca Celani -; io so perfettamente cosa fanno i miei collaboratori. A quanto pare all'Ascoli calcio la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Chiariscano fra loro la faccenda, visto che non credo che chi ha firmato l'abbia fatto a titolo personale. Se poi Benigni ha mandato gente che non aveva titolo per firmare sarebbe una mancanza di rispetto verso l'istituzione comunale, non tollerabile". Tutto questo alla vigilia dell'incontro tra dirigenti e tecnici dell'Ascoli per decidere sui lavori per i tornelli. Il Comune, nel caos di questi giorni, ha già ordinato i pannelli per la zona filtro, un'operazione da 300 mila euro. Forse per i primi di marzo lo stadio potrebbe riaprire agli abbonati, in tempo utile per la partita con la Roma. Addirittura qualcuno si sbilancia e parla del 28 febbraio, data del turno infrasettimanale, anche questo casalingo, contro il Parma. Ma Benigni darà il via libera ai lavori? Secondo quanto riportato dal "Messaggero", il presidente è quantomeno dubbioso "Abbiamo speso tanti soldi -ha detto il presidente- e continueremo a fare il nostro dovere, come abbiamo sempre fatto, se il Comune dimostrerà ragionevolezza" continua Benigni. "Le condizioni che ci pone sono inaccettabili perché l'Ascoli fra nuovo canone d'affitto e lavori dovrebbe spendere un milione e mezzo di euro per utilizzare lo stadio solo tre mesi".