Ascoli Calcio, Benigni cerca nuovi soci

Ascoli Calcio, Benigni cerca nuovi soci

Critiche alla sentenza del giudice Calvaresi per i lavori allo stadio

più forti di me ai quali chiedo aiuto". Quanto alle critiche dei tifosi Benigni ha detto: "Se la gente non ha sufficiente piacere di vedere l'Ascoli in serie A lo può dire. So quanto è importante per Ascoli passare in tv tutte le domeniche. Alla gente dico di stare uniti altrimenti non si va avanti. Una curva non in sintonia con la squadra è assurda".
Il presidente del sodalizio bianconero sulla polemica col Comune per i lavori allo stadio ha rivelato che stava per ritirare la squadra dal campionato dopo la sentenza del Tribunale Civile di Ascoli. Si riferiva alla decisione del giudice Carlo Calvaresi, per il quale spetta all'Ascoli calcio pagare i lavori per l'adeguamento dello stadio Del Duca alle norme del decreto Pisanu e non al Comune.
"Io mi sto giocando il capitale – dice Benigni - e arriva un giudice che dice che l'Ascoli è allo stesso livello dello sport dilettantistico: mi ha molto amareggiato”. Il fatto è che la sentenza del giudice Carlo Calvaresi una conferma sostanziale l'ha avuta in sede di reclamo dell'Ascoli Calcio al Tribunale. Il collegio ha deciso “il difetto di competenza” sostenendo che la sede del contenzioso tra Comune e Ascoli Calcio sui lavori allo stadio dovesse essere quella del Tar Marche, il tribunale amministrativo. Ma  il primo punto della sentenza Calvaresi il collegio non lo ha censurato. Tra l'altro sul fatto che nessuna convenzione tra Ascoli Calcio e Comune sia stata rinnovata è un fatto documentalmente chiaro. Una convenzione del genere sarebbe dovuta passare per il voto del consiglio comunale, cosa che non è avvenuta.
Ma la cosa più clamorosa di questa vicenda giudiziaria è che il giudice Calvaresi, fatto forse insolito, avesse tentato di conciliare, quasi riuscendovi, le posizioni del Comune e dell'Ascoli Calcio, tant'è che c'era un inizio di dialogo tra il sindaco Celani e il presidente Benigni, ma a quel punto un'azione,  forse poco tempestiva, dell'avvocato dell'Ascoli Calcio Nazario Agostini ha interrotto ogni possibile dialogo tra le due parti.
Sul fatto della rilevanza dell'Ascoli Calcio come squadra immagine della città nessuno può obiettare alcunchè, ma è pur vero che l'Ascoli Calcio incassa dei bei soldini dai diritti televisivi, mentre il Comune deve pensare al sociale, spendendo i soldi della comunità per lo sport di quella comunità, nel suo complesso. Insomma, il sindaco di Ascoli deve rendere conto ai cittadini, anche e soprattuto a quelli che allo stadio non vanno, ma i cui figli non possono e non debbono perdere la chance di praticare sport in impianti sportivi degni di essere chiamati tali. Ecco, alla luce di queste riflessioni, non si comprende quale sia stata la strategia giudiziaria dell'Ascoli Calcio in quel frangente, o addirittura se esista una strategia.
Di fatto la sentenza del giudice Carlo Calvaresi è talmente approfondita che pare difficile che il Tar delle Marche possa dire sostanza diversa da quella. Il giudice Calvaresi è conosciuto come magistrato studioso e meticoloso nell'affrontare le sue cause.
Alcune indiscrezioni fanno filtrare che il magistrato nel corso di quella diatriba fosse andato a studiarsi addirittura emendamenti del Decreto Pisanu che non sono poi neppure stati accolti, come quello proposto allora dalla Margherita che voleva fosse legge il fatto che una parte del biglietto incassato dalle società calcistiche, un euro, fosse destinato a pagare l'ordine pubblico negli stadi. Servizio che invece viene pagato con le tasse dei cittadini, anche di quelli che allo stadio non vanno mai.