Massimo Massimi: 'Un'impronta nuova per consolidare l'Ascoli Calcio: calciatori plasmati dal territorio e nuovi rapporti con team nazionali e internazionali'

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Massimo Massimi: 'Un'impronta nuova per consolidare l'Ascoli Calcio: calciatori plasmati dal territorio e nuovi rapporti con team nazionali e internazionali'

'E gli sportivi, quelli veri, devono abituarsi a voler più bene alle proprietà non ascolane come fu fatto con Del Duca, ancora nel cuore di molti'.

Ascoli - L'Ascoli Calcio torna a far parlare di sé dopo le dimissioni dal cda anche di Giuliano Tosti Gianluca Ciccoianni , poi le dichiarazione del patron Massimo Pulcinelli sulla prossima stagione : “...la Società ha comunque appostazioni di bilancio che consentono di far fronte ai risultati della gestione, confidando anche nell’apporto cui saranno chiamati tutti i soci", si legge nel corpo di una nota ufficiale.

Ora nella società gli ascolani … “scarseggiano”. Le voci si rincorrono, si cercano spiegazioni. E nel mondo del calcio c'è un ascolano che della materia non è certo digiuno. Si tratta di Massimo Massimi, manager  piceno che spazia con la sua attività in campo nazionale nei vari settori economici, in particolare nelle ristrutturazioni aziendali, ma che proprio nel calcio ha fama di avere esperienza più che convalidata per aver seguito nella consulenza imprenditori importanti che erano proprietari di società calcistiche.

Esperienza ultra trentennale: ha avuto voce in capitolo sia nell'Ascoli Calcio all'epoca di Costantino Rozzi, poi è diventato consulente di Edoardo Longarini e, in seguito ha avuto interessi in Umbria. Per capire meglio quale sarà il percorso della società di Corso Vittorio post Covid-19, Massimo Massimi dunque è senz'altro la persona con cultura specializzata nel mondo del calcio proprio da quella parte della barricata che riguarda il complesso mondo dell'amministrazione di una società calcistica: dalla Serie C alla Serie A.

Che idea si è fatta delle dimissioni di Tosti prima da Presidente e poi da membro del CDA?

Ritengo che Giuliano Tosti sia un imprenditore appassionato e mai scevro dal contribuire a fare il bene della città e quindi anche dell'Ascoli Calcio. E' stata sotto gli occhi di tutti la passione con la quale ha costruito e condotto la trattativa per l'acquisto della società da parte della finanziaria di riferimento dell'importante gruppo facente capo all'imprenditore Massimo Pulcinelli, già proprietario di grandi marchi (Bricofer ed Ottimax, ndr). Ritengo che il binomio Pulcinelli -Tosti, pur nella differenza in proprietà di azioni, poteva diventare una scelta pluriennale strategica nell'ottica di un razionale ridimensionamento dei costi complessivi. Poi improvvisamente le dimissioni di Tosti da Presidente e le successive da consigliere hanno determinato uno stop improvviso alla continuazione della progettualità. La mia idea è che qualcosa in termini di costi e ricavi non abbia funzionato unitamente alla gestione del personale dipendente interno (Costantini? ndr) per il quale il clamore mediatico ha superato di gran lunga la necessità di dover affrontare in casa i panni sporchi.

Come giudica l'operato della dirigenza espresso nella stagione che sta volgendo al termine?

Acquistare calciatori in proprietà ovvero in prestito è cosa abbastanza scontata e semplice; il vero problema in una società di calcio è vendere i calciatori (meglio se costruiti dal settore giovanile). E sinceramente l'Ascoli Calcio, nel suo complesso, non mi è sembrata attrezzata nei rapporti consolidati con altri team importanti (italiani ed esteri) che sono alla base per poter costruire e gestire quella giusta liquidità volta a non sperequare il rapporto tra ricavi e costi. Non c'è alternativa per una città, seppur capoluogo, piccola come Ascoli Piceno. Quindi l'operato della società è da rivedere in ottica futura, senza naturalmente colpevolizzare nessuno, facendo invece un plauso alla proprietà, per aver comunque profuso, all'interno di rapporti di delega fiduciari,  sforzi importanti. Sforzi che vanno misurati e centellinati nel prosieguo.

Conosce Pulcinelli?

No,  non lo conosco, mi permetto però di fare un grande applauso al suo operato e per questo mi piacerebbe stringergli la mano.Ascoli sportiva è città complicata. Sportivi e tifosi esigenti che dovranno comprendere che non c'è alternativa allo spirito di salvezza nella serie cadetta se non costruendo dal basso con giovani calciatori e atleti di territorio e non più a macchia di leopardo acquistandoli in giro per l'Italia. I fasti precedenti, ai quali tutti siamo legati con presidenti ascolani purosangue, non saranno più ripetibili. E gli sportivi, quelli veri, devono abituarsi a voler più bene alle proprietà non ascolane come fu fatto con Del Duca, ancora nel cuore di molti.

Cosa si sente di dire a tutti gli appassionati del nostro Ascoli ?

Le modalità dell'azienda calcio è cambiata e si è modificata sin dalle strutture di base. Occorre fare un saggio passo indietro finalizzato alla minor spesa partendo dalla efinizione programmata di tutti i costi.