Con la morte di Carlo Vittori scompare un'epoca aurea dell'atletica italiana nel mondo

Con la morte di Carlo Vittori scompare un'epoca aurea dell'atletica italiana nel mondo

Scoprì e rese immortale Pietro Mennea portando i colori azzurri sulla vetta più alta della velocità in atletica. I funerali si svolgeranno nella mattinata di sabato 26 presso la Chiesa di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno.

Ascoli - E' morto il pro.Carlo Vittori, lo storico allenatore di Pietro Mennea. Il tecnico, figura di spicco dell'atletica italiana, aveva 84 anni e si è spento ad Ascoli Piceno, dove era nato.


L'ultima apparizione pubblica di Vittori risale al 30 novembre, al Coni per ricevere il 1/o Premio del concorso letterario, a pochi giorni dal deferimento di massa dell'atletica azzurra. "L'atletica italiana non c'è più", fu l'amaro commento del decano dei tecnici azzurri.

Lo avevamo salutato solo una settimana fa. E' stato l'antesignano della lotta contro il doping nello sport.

Nato ad Ascoli Piceno il 10 marzo del 1931, si era affermato in gioventù come sprinter, arrivando a vestire la maglia azzurra per otto volte, tra il 1951 e il 1954 (nel 1952, anche la partecipazione ai Giochi di Helsinki); ma solo successivamente, a bordo pista, nel ruolo di allenatore, il professore contribuì a scrivere pagine memorabili per la velocità italiana.


L'approccio metodologico innovativo, il rigore applicativo, avevano bisogno di un interprete: il cerchio si chiuse all'inizio degli anni '70, quando Vittori prese in mano il talento di Pietro Mennea, elevandolo all'ennesima potenza sportiva.


Tanto crebbe Mennea sotto la guida di Vittori, tanto crebbe il 'prof' nella sua conoscenza della materia, in un'evoluzione che rese entrambi pilastri di una vera e propria scuola italiana della velocita' internazionalmente riconosciuta.


Un'eta' dell'oro idealmente culminata, al di la' degli straordinari successi di Pietro (come il primato mondiale dei 200 di Messico 1979 e il trionfo olimpico di Mosca 1980), nella medaglia d'argento mondiale della staffetta 4x100 a Helsinki 1983, con il quartetto azzurro (Tilli, Simionato, Pavoni, Mennea) fra gli Stati Uniti di Carl Lewis e le maglie rosse dell'Unione Sovietica, le due superpotenze dell'epoca.


Prodigo anche dal punto di vista letterario, decine di studenti-tecnici si sono formati sui testi firmati da Carlo Vittori, portando poi quella conoscenza in tutto lo sport italiano. L'atletica, che gli aveva conferito solo poche settimane fa la sua onorificenza piu' alta (la Quercia al merito di III grado), oggi si ritrova a piangerlo. Cordoglio viene espresso dal presidente Fidal Marche, Giuseppe Scorzoso, e da tutta l'atletica marchigiana. I funerali si svolgeranno nella mattinata di sabato 26 presso la Chiesa di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno.