La manifestazione, già organizzata fra il 1978 e il 1986 dal Gruppo Sportivo Elettrocarbonium, riprende vita dopo ventotto anni, e si disputerà su diversi campi della città.
Proprio in virtù della sua lunga tradizione e dell'alto livello tecnico il "Città di Ascoli" è stato inserito nel programma di "Ascoli città europea dello sport 2014".
Il sindaco Guido Castelli e l'assessore allo Sport Massimiliano Brugni hanno annunciato nell'occasione che sarà lo stadio "Cino e Lillo Del Duca" ad ospitare le due finali il prossimo due giugno.
A testimonianaza della ritrovata armonia fra amministrazione comunale e Ascoli Picchio la presenza allo stesso tavolo anche del nuovo responsabile del settore giovanile bianconero Cetteo Di Mascio.
Oltre ad Ascoli e Pescara parteciperanno al torneo il Palermo e la Roma.
Il calcio dilettantistico cittadino sarà invece rappresentato da Lama Calcio, Piazza Immacolata, Borgo Solestà e Monticelli.
Alla bella serata hanno partecipato un centinaio di ex giocatori, tecnici e dirigenti del Gruppo Sportivo Elettrocarbonium, scuola di sport e di vita per tantissimi giovani, che sotto l'illuminata presidenza di Mascetti conobbe il suo massimo splendore, con un settore giovanile fra i più grandi d'Italia e la realizzazione di impianti sportivi di prim'ordine come i campi "San Marcello" e "Santa Maria" di Carpineto.
Ha fatto gli onori di casa Cinzia Mascetti, figlia del compianto Giuseppe "Pippo", che coordina il Comitato Organizzatore.
Il programma della manifestazione
CENNI DI STORIA DEL GRUPPO SPORTIVO ELETTROCARBONIUM
(tratti dal libro "C'ERA UNA VOLTA LA S.I.C.E.")
Amarcord
... La grande S.I.C.E. che fu. La grande Elettro, squadra e fabbrica. Che poi sono state un tutt’uno. ... Tanti anni sono passati, per chi ha avuto la fortuna di continuare a contarli. Ma il tempo non ha cancellato i ricordi. Non ha offuscato la memoria di quella epopea irripetibile che Pippo Mascetti, il Capo, ha regalato loro. Quando si era tutti più giovani e più forti, con tanto fiato in corpo per correre dietro ad un pallone. Con tanto entusiasmo per quella passione, il calcio, e tanto orgoglio per quell’appartenenza, alla S.I.C.E. Quando quel gioco del pallone, così amato, era più bello, più pulito e genuino di oggi. Quando tutto, la vita, la società, la politica, il lavoro, lo sport, gli svaghi, erano, o almeno così ci sono sembrati, migliori di oggi. Molto migliori. E non soltanto per il rimpianto della gioventù passata, ma, principalmente, per amore di quei ricordi di un tempo perduto, lontano, irrecuperabile. E amore per le passioni, i luoghi, le storie, i fatti, le persone soprattutto, che quei ricordi fanno rivivere in ognuno di noi. Ricordi che si fanno ancora più struggenti quando sono legati a persone, e a mondi, che non ci sono più. A persone straordinarie, come Giuseppe Mascetti. Di quelle che oggigiorno non ne nascono più. ...
Il campo San Marcello
... Il campo si farà, ma lui, il Capo, non si accontenta di mandare qualcuno dei suoi a tagliare per bene l’erba, a spianare e compattare il terreno e a mettere due porte decenti, che, anche senza le reti, andrebbero benissimo uguale. Mascetti, ci ha già pensato da solo, ai ragazzi di don Italo, al quartiere, e alla città tutta, regalerà, per sempre, un gioiello. Un campo vero. Regolamentare. Con l’erbetta sempre verde, come quelli dei grandi stadi della serie A, che alla televisione ti pare di vederla com’è anche se lo schermo è ancora in bianco e nero. Quell’erbetta che profuma di campagna a primavera, quando viene tagliata. Con le porte e le reti, le linee bianche tirate diritte con il gesso, le panchine, le bandierine dei corner, le tribunette coperte per il pubblico, gli spogliatoi, le docce, i bagni, la postazione radiotelevisiva, persino l’altoparlante per annunciare le formazioni. Troppo bello per essere vero. ... Ma torniamo a quello che diventerà il cuore del Gruppo Sportivo Elettrocarbonium. Il campo “San Marcello” è un regalo prezioso per la collettività dei quali in pochi realizzano, e realizzeranno, l’importanza. A cominciare dal Comune, che vede mitigare le proprie carenze storiche nella realizzazione di impianti sportivi. Perché quel campo è sempre pieno di ragazzini che corrono dietro a un pallone. Quel campo diventa come una sorta di seconda casa per tutti: giovanissimi calciatori e i loro allenatori, i dirigenti e i sostenitori. Una unica, grande famiglia dove non esiste il business, né le aberrazioni del calcio che verrà. Dove emergono solo i valori, l’umanità, la voglia condivisa di far bene insieme per quei colori, nero-arancio o rosso-verde che siano. E, di pari passo, il piacere di crescere insieme, migliorare, maturare, nello sport come nella vita. Che sono fatte, entrambe, di vittorie e di sconfitte. E’ il grande sogno di Pippo Mascetti che si realizza. ...
La visione del mondo di Pippo Mascetti
... Il Capo passa ogni giorno al campo, per informarsi su tutto e su tutti, e spesso fa tardi lì la sera, insieme ai suoi più fidi collaboratori, parlando di calcio e dei suoi ragazzi.Dei singoli, e dei loro problemi, quando ce ne sono, prima che di moduli. Delle persone prima che delle tattiche. Delle loro teste e dei loro cuori. Che per Pippo Mascetti sono stati, sono, e saranno sempre, infinitamente più importanti dei loro muscoli e dei loro piedi. Una filosofia di vita ed un’opera instancabile che si riverbereranno sull’intero tessuto sociale ascolano, arricchito e nobilitato dall’impegno sociale, educativo e formativo esercitato per quasi un ventennio dal Gruppo Sportivo Elettrocarbonium. La grande seconda famiglia per tanti, concepita e voluta da Giuseppe Mascetti, ... Il Capo, ovviamente, opera di concerto con Paolo Bonell e la direzione generale di Milano. Tutti, ai più alti livelli della direzione europea del gruppo, sono a conoscenza, condividono appieno e appoggiano il grande disegno di Mascetti. Per loro, i colletti bianchi del gruppo, tutto quanto, forse, è riconducibile solo alla fredda applicazione di una strategia finalizzata alla ricerca di consenso, ridotto ad una sorta di conveniente “risarcimento” preventivo al territorio per gli inevitabili disagi che lo stabilimento arreca. Ma Pippo, con pensieri ed opere, e la sua personale, illuminata visione del mondo, va abbondantemente oltre questa, presunta, logica utilitarista. Per lui, prima di tutto, lo sport è inteso come irrinunciabile strumento di crescita, come un prezioso servizio sociale reso alla sua città. In questo senso la sua opera diventa una vera e propria missione. Un impegno costante, nobile, concreto e tangibile che vede al centro sempre la persona. Sono ingenti le risorse che Pippo Mascetti riuscirà a destinare alla sua città. ...
...Ma, stavolta, con un mister adatto per programmi a lungo termine, un giovane, carismatico e innovativo. Un tecnico con il quale organizzare e gestire un settore giovanile di alto livello. Con il quale, soprattutto, condividere una filosofia di vita. Molte bandiere del Gruppo Sportivo Elettrocarbonium stanno appendendo gli scarpini al chiodo. Saranno loro i futuri tecnici, maestri di sport e di vita, del sodalizio di via Piemonte, loro le colonne portanti della più grande scuola di calcio mai messa su in Italia da una società dilettantistica. Loro a realizzare il sogno, materializzare con entusiasmo la grande visione di Pippo Mascetti. Senza fini di lucro, senza oneri e tornaconto per nessuno. Solo e semplicemente al servizio della società civile. ...
La palestra polivalente
... Che di lì a poco completerà il suo trittico. La palestra polivalente del G.S. Elettrocarboium
la progetta l’ingegner Oldrini di Milano. Un capolavoro di ingegneria. Lo spazio a disposizione, che Mascetti riesce a sottrarre alle esigenze produttive per regalarlo alla collettività, è veramente poco. Lo stretto indispensabile per una struttura polivalente che possa ospitare il volley, il basket e il tennis. La costruzione finisce alle spalle del campo “San Marcello” proprio a ridosso dello strapiombo a picco sul Tronto. L’ingegner Oldrini concepisce travi rovesciate che scaricano il peso massimo della struttura verso l’interno anziché verso gli argini scoscesi del fiume. Si trova posto anche per gli spogliatoi, una zona per la pesistica e una piccola gradinata per il pubblico.
I costi lievitano, ma alla sua città Pippo vuole regalare un altro gioiello. ...
Il campo Santa Maria di Carpineto
... Il sogno di Pippo, di riuscire a dotare la sua società, e la città tutta, di moderni impianti sportivi diventa realtà nella seconda metà degli anni Settanta. ... le strutture della Curia, fra cui l’ex seminario di Carpineto. Una struttura in posizione panoramica che si riempiva, in tempi ricchi di fame, miseria e vocazioni, di giovani seminaristi nei mesi estivi, quando migravano dalla sede di Largo Cattaneo a cercare refrigerio sulle pendici del colle San Marco. ...
...quando il G.S. Elettrocarbonium mette mano ai lavori di ristrutturazione dell’imponente fabbricato concesso in comodato d’uso. ... L’Elettrocarbonium realizzerà completamente negli anni seguenti l’impianto termoidraulico e la nuova cucina. ...L’ex seminario estivo è un grande edificio abbandonato, ancora allo stato grezzo ma già fatiscente, che non figura nemmeno al Catasto Edilizio Urbano. Solo l’ultimo piano è sfruttato come residenza estiva dal Vescovo. Cumuli di mosche morte dappertutto, e alti cespugli di rovi ed erbacce lo imprigionano al pianterreno. A sud est rispetto al fabbricato c’è un appezzamento di terreno pianeggiante coperto di rovi ed erbacce che da l’impressione di essere stato coltivato un tempo. Trenta metri per trenta circa. C’è molto da lavorarci su, ma è lì che Mascetti vuole costruire anche un campo di allenamento. Quando esprime la sua intenzione, durante un sopralluogo al suo “segretario” Bruno Celani, questi non riesce a capacitarsi: . I lavori dureranno quasi tre anni, dal 1976 al 1979. Inizialmente neanche si pensa che si possa riuscire a ricavarne uno regolamentare ma l’appetito, si sa, viene mangiando. Si cerca innanzitutto l’orientamento migliore che consenta di aggredire nella minor maniera possibile il fianco della montagna. Lo sbancamento del terreno roccioso richiede anche l’utilizzo di mine e per la realizzazione del poderoso muro di contenimento sui lati sud e ovest dove si evita l’impiego del troppo invasivo cemento armato. L’impresa Mario Giuliani, che lavora di più e meglio al faraonico progetto, realizza quasi tutti i lavori esterni e di terrazzamento con le pietre provenienti dalla sua cava di marmi e travertini di Colle San Marco. Il traliccio dell’Enel che sorge proprio in mezzo all’area interessata si rivela ostacolo più burocratico che tecnico. Più problematico invece trovare ditte qualificate e autorizzate per minare i tratti di roccia viva durante gli sbancamenti soprattutto nel tratto a sud est. O, meglio, è la detenzione dei grossi quantitativi di esplosivo necessari all’opera a creare problemi per le autorizzazioni. Le bombe di Piazza della Loggia e dell’Italicus del 1974, che hanno fatto stragi, hanno lasciato il segno. La ditta Stocchetti collabora con Giuliani nel trasporto e nel piazzamento delle cariche. Durante gli scavi si intercettano casualmente anche preziose vene di acqua, che vengono subito canalizzate verso grandi cisterne di raccolta subito predisposte. Potenti pompe idrauliche permettono di utilizzare l’acqua raccolta durante tutto l’arco dell’anno per irrigare i prati dei giardini dell’ex seminario e del terreno di gioco. A servizio degli spogliatoi vengono rifatte anche nuove fognature al posto delle iniziali fosse settiche. Sul alto est viene costruita una tribuna per gli spettatori, che possono trovare posto anche lungo le gradinate di tutto il lato sud. Si realizzano, a completamento, anche le recinzioni, del terreno di gioco e dell’intera area. Si piantano siepi e palizzate in legno per proteggere i sentieri che digradano dalla struttura ricettiva, anch’essa come detto ristrutturata, verso il rettangolo di gioco. Tanti soldi spende l’Elettrocarbonium per il completamento del campo “Santa Maria”, alla stregua di una sorta di affitto, per la fruizione dell’intera area di Carpineto. Un impianto di prim’ordine in uno scenario naturale unico che la città, la collettività e, soprattutto, la Curia Vescovile, si ritroveranno, per sempre, a costo zero. Grazie a Pippo Mascetti. ...
La grande Elettro
... Ma qui ci sono differenze sostanziali. Ci sono le strutture, impianti di prim’ordine, e risorse economiche ingenti. Ci sono anche tanta voglia di far bene e idee molto chiare. La voglia e le idee di Giuseppe Mascetti. .L’amore per lo sport, per il calcio in primis, e per la sua città, animano l’irrefrenabile slancio di Giuseppe Mascetti che vuole offrire a tutti i giovani una valida alternativa alla strada. Un’offerta raccolta da moltissimi, che nel gruppo sportivo Elettrocarbonium trovano una seconda famiglia e, soprattutto, un buon posto di lavoro. ...
...L’Elettro di quegli anni può far fare le preparazioni pre-campionato a tutte le sue formazioni, dagli esordienti fino alla prima squadra, a Carpineto. Quest’ultima può permettersi i ritiri pre-partita, può sostenere gli allenamenti di rifinitura la mattina del giorno della partita, e riunioni per la tattica davanti alla lavagna. Giocatori e tecnici, soprattutto quelli della prima squadra, vivono in una atmosfera quasi professionistica, ma senza le aberrazioni e gli stress che questa dimensione, inevitabilmente, comporta. L’Elettrocarbonium, la Juventus delle dilettanti, la chiamano gli addetti ai lavori. Ma è sui giovanissimi che si incentrano le attenzioni del presidente. Le squadre del settore giovanile, fra Elettro e San Marcello, si moltiplicano anno dopo anno. Tutti quanti, bravi e meno bravi, trovano spazio per giocare in via Piemonte, sotto le ciminiere nere della prima fabbrica ascolana. Dove il campo ha l’erba e tutti sono amici. Dove ti regalano subito le scarpette, la tuta e il borsone, anche se non sei un fenomeno. Dove fare sport e crescere sani, nel fisico e nella mente, è più facile e piacevole. Il business delle scuole calcio di oggi, le salate rette a carico delle famiglie per far fare sport ai propri figli sono ancora fantascienza. E gli allenatori, i dirigenti, all’Elettro, ti insegnano prima l’educazione, se a casa tua non hanno già provveduto, e poi i fondamentali. Perché sono i più anziani, quando appendono le scarpette al chiodo che diventano allenatori o accompagnatori, comunque guide sicure per i più piccoli che stanno crescendo. Come giocatori, ma prima ancora, come uomini. Ricorderà Sergio Pulcini: . ...
... I giocatori. Avesse solo voluto Mascetti avrebbe potuto prenderne, e lautamente stipendiarne, cinque o sei all’anno di quelli veri, come fa il suo omologo e amico Giulivi a Narni. Quelli che possono fare la differenza, quelli che ti fanno vincere, subito, le partite, e i campionati. Ma per il Capo non ci sarebbe stato gusto così. Lui vuole vincere con i “suoi” ragazzi, quelli che ha conosciuto fin da bambini, che sono nati e cresciuti calcisticamente in casa, sotto le ciminiere nere dell’Elettrocarbonium. Anche se così è più difficile, e ci vogliono più tempo e più fatica. Ma Mascetti sa guardare solo avanti. ...
...il bagaglio di esperienza, precocemente acquisito in campo dai ragazzi, risulterà il prezioso valore tecnico aggiunto della brillante operazione studiata da Mascetti sul lungo termine. Le prime formazioni giovanili aziendali primeggeranno infatti sempre a livello regionale, e arriveranno in più occasioni vicine all’alloro nazionale. La linea sempre verde si riverbera fino alla prima squadra. Le prime squadre di Elettro e San Marcello, nei rispettivi campionati, corrono più degli altri e giocano, spesso, meglio degli altri...
...Anche i giocatori delle prime squadre di Elettro e San Marcello percepiscono dei modesti rimborsi spese. ... Ma i giocatori-dipendenti, ispirati alla solidarietà dalla società stessa, ne devolvono volontariamente una parte, il 40% circa, agli altrigiocatori-studenti e giocatori-disoccupati della rosa. Una forma di democratica condivisione, un’iniziativa di filantropica redistribuzione della ricchezza, nel quale non si può non intravvedere l’estrinsecazione più cristallina del Pippo Mascetti pensiero. Non solo. I rilevanti mezzi economici che riesce a mettere a disposizione del Gruppo Sportivo permettono a tutti i ragazzi di Elettro e San Marcello, dagli esordienti alla prima squadra di fare la preparazione estiva pre-campionato a Carpineto. Forniti di tutto dalla società: tute da lavoro e di rappresentanza, magliette e pantaloncini, giubbotti e scarpe da gioco, un paio con i tacchetti di gomma e un paio con quelli di alluminio, oltre alle scarpe da riposo. Un caso più unico che raro sia a livello dilettantistico che professionistico. Ogni formazione ha il suo stanzone per dormire e da tenere in ordine. A tavola sono gli stessi ragazzi che fanno, a turno, da camerieri. La funzione educativa, socializzatrice è centrale, il concetto di gruppo sacrale. Uno dei tanti ragazzi che avranno la fortuna e il merito di fare tutta la trafila negli anni d’oro del sodalizio aziendale è Riccardo Spurio. Il primo figlio di Mario Spurio, nato nel 1970, che nel mondo del calcio, come apprezzato preparatore atletico, troverà, da grande, anche uno sbocco lavorativo in molte società professionistiche. . ...