In tribunale, almeno nella mattinata, non era ancora giunta alcuna offerta. Intanto tra i tifosi, sulle pagine dei giornali, si ipotizzano diverse cordate.
E' normale che le ipotesi circolino. Diversi sono gli attori in movimento per tessere qualche team concreto e fargli rilevare la società bianconera: sono alcuni imprenditori e lo stesso sindaco Guido Castelli.
Per quanto ci riguarda cerchiamo di verificare anche le ipotesi in attesa che ci siano delle certezze. Tra i nomi che compaiono nelle cronache c'è, ad esempio, anche quello di Maurizio Borgioni, imprenditore di punta nel settore del packaging, degli imballaggi. In questi momenti la situazione è ancora fluida, in tribunale il giudice Raffaele Agostini ha da poco emanato il bando d'asta. Abbiamo comunque cercato di capire le intenzioni di Maurizio Borgioni.
Allora Borgioni lei tra gli imprenditori in cordata per rilevare l'Ascoli Calcio?
«Guardi - risponde – in realtà è vero che sono stato coinvolto su questa tematica da qualche imprenditore. Ma c'è differenza sul fatto che io abbia dato una risposta positiva.
Vede, io nell'ambiente sportivo ho un'esperienza con l'Asa Ascoli e quindi con l'atletica. Un ambiente sportivo che mi è affine per i principi morali che connota il mondo dell'atletica. Un ambiente che ha sì degli aspetti economici, ma si tratta di aspetti minimali che esulano dagli obiettivi fondamentali di questa pratica sportiva che rispondono invece ad una competizione etica tra atleti».
Quindi sta dicendo che non è interessato?
«Non voglio glissare la domanda - spiega Borgioni - Io sono solito valutare ogni proposta i modo approfondito. In questo caso dovrei decidere con rapidità per un ambiente sportivo con il quale ho poca dimestichezza, ma che soprattutto è così distante per cultura dal quello dell'atletica … diciamo quindi che in questo momento c'è da parte mia una riflessione con molti dubbi da sciogliere».
Beh, direi che i nostri lettori potranno leggere tra le righe, noi li lasciamo ad interpretare le dichiarazioni.
Intanto però dobbiamo dire che lo scorso fine settimana anche Battista Faraotti ci ha fatto capire di essere poco interessato ad occuparsi di calcio.
Non perché non ami la città. Un dato questo facilmente confutabile con quanto la sua impresa dà in termini di sostegno ai diversi eventi sul territorio eppoi in modo molto concreto all'auspicato recupero di sviluppo socioeconomico con un impegno notevole nella riqualificazione dell'ex area Sgl Carbon.
Allora non resta che aspettare ... “Godot” (Aspettando Godot è la più famosa opera teatrale di Samuel Becket dove Godot, appunto, è il personaggio atteso che però non arriverà mai) ?
Perciò sperando che Francesco Bellini, anch'egli descritto come possibile capocordata, non ricalchi queste orme teatrali dica presto la sua.
Ci hanno detto che una sua dichiarazione arriverà entro breve tempo. Per fare un passo indietro Francesco Bellini è stato l'unico, mentre l'Ascoli Calcio era in Serie B, ad offrire 10 milioni di euro a Roberto Benigni. Ma ribadiamo si trattava di Serie B, campionato nel quale c'erano anche risorse economiche rilevanti, circa 6 milioni di euro, che derivavano dai diritti televisivi. Ora quale sarebbe la situazione economica che si troverebbe ad affrontare chi acquistasse l'Ascoli Calcio?
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un esborso economico ben preciso: ci sono gli 860 mila euro che sono la base d'asta (se ci fossero più offerte potrebbe anche lievitare), a questi occorre sommare altri 800 mila euro dovuti per debiti sportivi. Siamo arrivati nella migliore delle ipotesi ad 1 milione e 660 mila euro. A questa somma, ammesso che la Figc (fatto che si auspica) conceda il titolo sportivo all'acquirente, occorre aggiungere circa 600 mila euro di iscrizione al campionato. Eccoci a 2 milioni e 260 mila euro. Non è finita. Calcolando l'ultimo esercizio dell'Ascoli Calcio in Lega Pro tra parco calciatori della prima squadra e settore giovanile, si viaggia su un costo di 1 milione e 920 mila euro per un campionato. Non siamo sicuri che in questa somma rientri il personale (7 unità) attualmente dipendente della società che deve, secondo e regole del bando, essere riassunto anche se a tempo indeterminato part time. In buona sostanza se chi acquisterà la società bianconera non mirasse da subito ad un campionato pensato per la promozione in Serie B, l'unico upgrade che potrebbe dare risorse economiche.
Di questo avviso è anche Costantino Nicoletti, ex Ad dell'Ascoli Calcio, che intanto sull'eventuale cordata dice: «Io faccio il tifo per una cordata di imprenditori locali, i nomi sono quelli che compaiono sui giornali: Bellini, Faraotti, Borgioni e Tosti».
E Luigi Izzo che aveva fatto un'offerta a Benigni?
«No, Luigi ha dato la sua disponibilità, certo, ma non da solo - dice Nicoletti - , se gli imprenditori locali lo volessero sarebbe della partita. Perché è meglio che ci siano più aziende a prendersi l'impegno, così se, metti caso, un anno un'azienda ha qualche difficoltà le altre sostengono la situazione. Si deve fare una bella azienda così come s'è fatto per la Fiorentina. Eppoi si può fare un campionato in modo oculato anche con nomi illustri, ma senza acquistarli, comproprietà e altro, io credo che si riesca tranquillamente. Ci sono poi altre possibilità da sfruttare come il centro sportivo, il Città di Ascoli, la riqualificazione dello stadio».
E dopo il Nicoletti pensiero aspettiamo che arrivino buste in tribunale.