Ecco alcuni stralci del comunicato: «Premettiamo che a poche ore dalla trasmissione, quattro ragazzi del gruppo 1898 si erano recati in sede per dare una mano nella realizzazione della famosa festa: umilmente, senza chiedere nulla per noi, perchè il tempo era poco e pensavamo che magari un nostro intervento di mediazione avrebbe potuto convincere l'amministrazione a concedere gli spazi e la società ad avvicinarsi alla gente. Erano presenti tutti gli esponenti eccezion fatta per l'imprenditore. Si è parlato per un'oretta, la società si è dimostrata per una volta ricettiva ai nostri suggerimenti (riguardanti particolari di poco conto, diciamo qualche piccolo miglioramento) per la realizzazione della festa che doveva essere (ripetiamo) la festa di Ascoli; allo stesso modo si è mostrato ricettivo il Comune.
Ce ne andiamo per una volta quasi tranquilli....poveri illusi! In serata ecco l'intervista dell'imprenditore, un'apologia dei tifosi della Samb, definiti "veri tifosi" in contrapposizione con noi, sulla quale neanche ci vogliamo soffermare.
Facciamo all'imprenditore giusto qualche precisazione: i ragazzi che sono venuti a spalare la neve in curva sud, pur di renderla agibile. Questi non sono veri tifosi? Le persone che, pur contestando gli errori societari non hanno mai smesso di venire allo stadio. Questi non sono veri tifosi? La gente che ha seguito l'Ascoli a Modena, Genova, Bari; quelli della bolgia dell'Euganeo; quelli che hanno impegnato ore, giorni, settimane del loro tempo per fare striscioni, volantini, fanzine, nuovi cori; quelli che hanno ideato la scooterata e quelli che vi hanno partecipato; quelli che ogni settimana mettono in secondo piano tutto e tutti pur di seguire l'Ascoli e si sentono pure insultare. Questi non sono veri tifosi? I ragazzi che cercano in ogni modo di coinvolgere e riportare allo stadio sempre più gente (i presunti non veri tifosi), consapevoli che la vera differenza può farla solo e soltanto il popolo ascolano. Questi non sono veri tifosi?
Noi ultras 1898 giovedì sera non ci saremo. Quello che è successo è troppo grave da sopportare. La nostra salvezza l'abbiamo già festeggiata a Padova. Da questo momento, fino a quando l'imprenditore sarà al suo posto, interrompiamo ogni rapporto con la società e in fondo ci dispiace perchè sembrava finalmente si potesse aprire uno spiraglio per il dialogo: ma se chi si mette a parlare con noi è una società, poi in tv ci va un'altra società, ecco che ogni tipo di comunicazione diventa impossibile».