Il giocatore bianconero, nel giorno del suo ventottesimo compleanno, ha fatto ingresso negli uffici romani alle 17,15 ed è uscito intorno alle 18,30. «Gli inquirenti hanno chiesto ulteriori chiarimenti su quanto era già emerso nei precedenti interrogatori – spiega Massimo Diana, l’avvocato che segue il calciatore nel procedimento sportivo -. Non è neanche stata fatta una domanda su una singola gara, ma è stato affrontato un discorso generale. Altre partite tirate in ballo? Assolutamente no».
I verbali dell’audizione sono ovviamente secretati, ma i delegati di Palazzi avrebbero chiesto a Pederzoli precisazioni e approfondimenti in seguito alle dichiarazioni dell’ex compagno di squadra, Vittorio Micolucci, che paventavano un coinvolgimento del centrocampista nella vicenda, soprattutto per ciò che riguarda un fantomatico incontro con gli zingari prima di Ascoli-Sassuolo dello scorso 9 aprile.
«Ribadisco l’assoluta e completa estraneità di Pederzoli alla vicenda – dichiara Savino Lupo, legale del giocatore per il processo penale a Cremona -. Il grande attaccamento di Alex alla maglia dell’Ascoli rende impossibile la sua implicazione». I motivi dell’audizione stanno, con ogni probabilità, nella volontà di procedere di pari passo con l’inchiesta lombarda: «La Procura federale non era al corrente dell’ultimo interrogatorio di dicembre a Cremona – sostiene Lupo -. Da parte nostra abbiamo già pronta la richiesta d’archiviazione».
Adesso l’attenzione è rivolta all’eventuale querela per calunnia nei confronti di Micolucci: «Pederzoli non intende rinunciare. Se ci sono stati intendimenti calunniatori però si saprà con il rinvio a giudizio di Micolucci, i capi d’accusa possono sempre variare», dichiara l’avvocato. Ma prima di ogni passo sarà anche necessario chiedere la deroga alla clausola compromissoria per poter agire contro un tesserato.