«Nessun articolo del mio contratto prevede che io debba controllare i giocatori: non rientra nei miei doveri di direttore sportivo. Invece tra i miei diritti c'è quello di dover esser informato in caso di esonero e scelta di un nuovo tecnico».
Il diesse bianconero replica nuovamente alle parole del presidente Benigni. Ieri il numero uno ascolano aveva così dichiarato: «I direttori sportivi devono stare sempre con la squadra, altrimenti non vengono e basta». Siamo ai saluti? «La mia è un'indicazione, basta correggersi. A ognuno il suo compito: ci sono giocatori che alle quattro di mattina vanno in giro per locali? Qualcuno deve sorvegliare, non posso farlo io».
Polenta poco dopo aveva detto: «Sono un direttore sportivo, non faccio il secondino. Sono sempre stato ad Ascoli, che non abiti lì è un falso problema». Oggi prima dell'allenamento dell'Ascoli, il diesse rincara la dose: «Se esiste la prova che i giocatori vadano nei locali e non conducano una vita sana, basta individuarli, far loro una multa e squalificarli. Altrimenti non ha senso far propagare le onde, non c'è bisogno di creare tensioni e malintesi. Ed ora? C'è sempre tempo per chiarire, se non ci si trovasse d'accordo, i contratti si possono sempre risolvere ed ognuno andrà per la propria strada. Non accetto però che venga messa in dubbio la mia professionalità.
Il presidente? Ancora non ho avuto modo di parlargli». Ma ecco che subito il diesse viene accontentato: Benigni si presenta al campo, si confronta con lui e ne chiede le dimissioni. Ma Polenta al momento risponde picche. Aspettiamoci una nuova puntata.