Ascoli in vendita, Bellini: «La mia offerta era incredibile»

Ascoli in vendita, Bellini: «La mia offerta era incredibile»

«Riprendere la trattativa? Non prima di due anni»

«La mia proposta avrebbe risanato l'Ascoli e avrebbe immesso diversi milioni di euro nella società. Ho fatto la mia offerta dopo aver letto le carte e i libri contabili. E' stata presentata il 22 giugno, ho ricevuto risposta il 28».
In quel momento Bellini mostra la risposta ai giornalisti: si tratta di un foglio bianco con 7 punti. Sono quelli per i quali Guido Manocchio aveva ritenuto l'offerta irricevibile.
«In realtà c'era solo un punto - dichiara Bellini - Manocchio ha parlato di manifestazione d'interesse non vincolante? E' una proposta sostanziale firmata da me, non una manifestazione d'interesse. Si chiama accordo di massima. Era un primo passo per andare avanti nella trattativa, un punto di partenza. Nella proposta c'erano delle cose che non potevano essere cambiate e altre che si potevano negoziare. Evidentemente c'era troppa differenza tra domanda e offerta. Finché non c'è un venditore non ci può essere un acquirente».

Ha qualche dubbio sulla reale volontà da parte della famiglia Benigni di cedere l'Ascoli?
«Non vogliono staccarsi dall'Ascoli Calcio. Fossi stato in Benigni io avrei venduto. Secondo me non hanno nessuna intenzione di passare la mano, anche perché l'Ascoli per loro è un veicolo di visibilità importante. Ho l'impressione che sia stato più Manocchio che Benigni a voler rifiutare la mia offerta».

Ci sono possibilità che la trattativa possa riprendersi?
«Prima di due anni non mi sarà possibile. Ora devo pensare alle mie società. L'acqua passata non macina più. Il tempo verrà. Ancora non mi spiego come possa esser stata rifiutata la mia proposta: è incredibile». (Mentre parla Bellini scuote la testa).

Quali sono state le cifre dell'offerta?
«Non posso parlare per il patto di riservatezza. A novembre dirò tutto. Un mio ingresso in quota minoritaria? Non avrebbe senso mettere il denaro e poi non controllare».

Cosa pensa dei problemi economici dell'Ascoli?
«La famiglia Benigni è troppo coinvolta. Pochi giorni fa ha ottenuto altri finanziamenti dalle banche. Non credo sia possibile giungere ad un fallimento». 

Se l'Ascoli dovesse pagare molto per il calcioscommesse?
«Se dovesse retrocedere ci sarebbero alcuni problemi. La mia offerta era da tifoso, non da uomo d'affari, perché prevedeva l'acquisto anche in caso di Lega Pro».

Se Benigni domani le offrisse l'Ascoli? 
«Direi di no. L'Ascoli aveva un valore prima, ora ne ha un altro. Sono stati chiesti ulteriori finanziamenti, sono stati venduti anche alcuni giocatori per cercare di abbassare i costi». 

Ha sentito qualcuno della società dopo il 28 giugno?
«Ho parlato con l'avvocato di Benigni. Mi ha chiesto di accettare cose che non avrei potuto. La questione non è comprare l'Ascoli, ma gestire. Anche il presidente una volta mi disse: "Ecco l'Ascoli, dammi un euro". Ma il problema è cosa compri».

Francesco Bellini ripercorre poi le tappe degli ultimi mesi che lo hanno visto protagonista della trattativa per l'acquisto dell'Ascoli Calcio.

«A dicembre sono stato contattato da Massimo Ubaldi: Benigni gli aveva comunicato la sua intenzione di cedere la società. Massimo mi ha chiesto di entrare a far parte del gruppo per rilevare l'Ascoli. A me Ascoli piace, come anche il calcio, perché dire di no? In seguito il mio nome è finito su tutti i giornali, ma la cordata Ubaldi non ha avuto successo.
Quindi è stato il turno di Palatroni. Quest'ultima cordata era più solida, c'erano 6 o 7 persone che avrebbero dato un supporto finanziario importante. Poi anche la proposta di Palatroni è naufragata, allora Benigni mi ha chiamato, ci siamo incontrati, mi sono ritrovato ad esser il leader di un gruppo, anche se inizialmente non avrei voluto e potuto. Così è nata l'offerta: con me c'erano anche Maresca, Palatroni ed un altro imprenditore romano. Fazi? Non lo sento da molto tempo. I miei rapporti con Benigni ora? Considero Roberto un amico, non provo risentimento».
Bellini poi conferma ciò che disse lo scorso 16 maggio a Picus On Line, la sua unica intervista sulla stampa fino ad oggi: «Benigni prese l'Ascoli quando invece anche io l'avrei voluta, poi però l'ha riportata in serie A e B.
Un messaggio per la squadra e il tecnico Castori? Si comportino come hanno fatto nel campionato scorso. Sarò ancora al Del Duca a tifare Ascoli».