Si è adattato anche ai Denver Nuggets e a viaggiare a oltre 15 punti di media a partita. Figuriamoci se poi si sente a disagio sul palco del festival della felicità. E infatti infila subito una «tripla» che gli procura la simpatia della piazza: «Giocare con la Scavolini? Tra qualche anno…». Poi aggiunge: «Erano anni che non venivo a Pesaro. Ma è sempre un piacere: si respira pallacanestro come da poche altre parti». Il Gallo è felice? «Assolutamente sì. Faccio un lavoro speciale, lo sport che ho sempre amato». Entra nel tema del festival: «Un atleta deve trovare equilibrio tra ricchezza e benessere equo e sostenibile. L’entusiasmo è alla base delle mie giornate». Frasi giuste. Tanto che a Italo Cucci fa dire che «i giocatori di basket sanno anche parlare». C’è la voglia di essere protagonista con la maglia azzurra ai prossimi Europei e la confessione del sogno più grande: «Più che giocare nella Nba, desideravo a tutti i costi conoscere il mio idolo Jordan. Ma quando l’ho incontrato non sono riuscito a spiccicare una parola dall’emozione». Il momento più felice? «La notte del draft. Mi tremavano le gambe». La discussione è anche sugli antichi valori dello sport e Cucci tratteggia i chiaroscuri del calcio che «è lo sport più cattolico che esista: si pente e si autoassolve all’istante. Ma è anche fatto di generosità e umanità. Felicità è vedere Abidal che sconfigge il cancro e alza al cielo la Champions». Mentre Angelo Zomegnan chiosa: «Il Giro d’Italia moltiplica la felicità delle persone. Anche qua, dove ci sono organizzatori che hanno pianto di gioia per avere coronato il sogno di avere una tappa a casa loro». E rivolto ai bambini della piazza: «Fra qualche anno, con la bici, conquisterete l’indipendenza». Poi la moderatrice Simona Ercolani tira fuori la torta di compleanno per Cucci, festeggiato da tutti.