Campionato regionale di nuoto della federazione Sport disabilità

Campionato regionale di nuoto della federazione Sport disabilità

Donati: l'attività sportivadei disabili è capace di offrirci una lezione di serenità

Otto le prove (quattro riservate al settore promozione e quattro al settore agonistico) affrontate da circa cento atleti diversamente abili che si sono sfidati nelle vasche della piscina mostrando tenacia e voglia di arrivare. I concorrenti hanno nuotato senza alcun ausilio tecnico, ma con tanta forza di volontà perché nessuno si accontenta più di partecipare, vogliono vincere e chiedono tanta competitività a se stessi.

L’evento è stato organizzato dall’associazione sambenedettese Cavalluccio Marino che ha visto la partecipazione di diverse rappresentative marchigiane: Anthropos di Civitanova Marche, Futura sport di Macerata, Arcobaleno di Ancona, Mirasole di Fabriano, Marche nuoto di Jesi e Gente di nuoto di Ascoli Piceno.
In base ai punteggi acquisiti dai singoli atleti le società vincitrici della seconda prova del primo Campionato regionale assoluto di nuoto della Federazione Paralimpico sono state Mirasole (1°), Marche nuoto (2°), Cavalluccio Marino. (3°). Vincitrice del terzo Campionato regionale della Federazione Sport disabilità è stata la Cavalluccio Marino, al secondo posto si è posizionata l’Arcobaleno e al terzo l’Anthropos.
Presente, tra gli altri, alla cerimonia di premiazione l’assessore regionale Sandro Donati che con soddisfazione ha apprezzato le fasi cruciali delle gare.

“Nel vedere oggi tanti atleti marchigiani – ha detto Donati – ci fa comprendere che far svolgere attività sportiva ad un disabile vale veramente la pena, perché oltre a dargli un diritto alla vita, il diversamente abile è capace di offrirci una lezione di serenità e soprattutto ci mostra una grande sensibilità ed un migliore approccio ad affrontare le diverse discipline sportive.
Occorre un contesto adattato, un ambiente favorevole, nel quale gli stimoli siano adeguati alla condizione fisica del disabile. Solo così si possono proporre dei nuovi interessi, ricreando i presupposti per un'adeguata motivazione alla collaborazione del soggetto, per ricostruire attivamente la propria esistenza.
Con lo sport scuramente si ottiene un contesto sociale e ambientale rispondente a queste esigenze e si allontana ogni forma di sguardo pietistico”.

Infatti, il pietismo non fa per questi ragazzi, definiti i disabili moderni, visto che non chiedono assistenzialismo e pacche sulle spalle, ma desiderosi di raggiungere i traguardi della vita solo con le proprie forze.
Il mondo dei disabili è cambiato, diversa la mentalità soprattutto nel fare sport con innovativi allenamenti e coach meno protettivi. Insomma, hanno voglia di diffondere la cultura del movimento e dei benefici psicofisici che lo sport può avere anche come ruolo terapeutico.