«Il sindaco ora deve compattare gli imprenditori che hanno a cuore l’Ascoli. Ho sempre messo la società a disposizione di tutti – ha dichiarato Benigni – Ho sempre chiesto la partecipazione di altri ascolani. Questo non è avvenuto».
E se il nuovo Benigni non arrivasse entro giugno? «Sono convinto che Castelli tenga all’Ascoli. Per questo dico che il sindaco deve coordinare il “trapasso”».
L’Ascoli farà la fine dell’Ancona? «Faccio di tutto per evitarlo e continuerò a farlo, però c’è un tempo che scade. Il calcio è difficile come impresa, perché se salti dei tempi, anche solo di un minuto, sei fregato».
Poi Benigni riprende il discorso del contenzioso tra Ascoli Calcio e Comune di Ascoli. La società bianconera rivendica da tempo un credito di circa due milioni, due milioni e mezzo di euro nei confronti dell’Arengo per l’installazione dei tornelli imposti dal decreto Pisanu al Del Duca, per il rifacimento del manto erboso, dell’illuminazione e altre operazioni.
Allo stesso tempo il Comune chiede il pagamento degli affitti non pagati dalla società bianconera per la locazione della sede sociale in corso Vittorio.
«L’operazione è già in piedi da un anno e mezzo – rivela il presidente - e l’accordo in un certo senso è stato raggiunto. Il Comune vuole mezza sede? Gliela do».
Ma in quali tempi? «Per noi ascolani il problema Ascoli è importantissimo. L’importante è che lo capisca chi lo deve capire. Purtroppo il sindaco dice: “Ho da fare questo, devo andare a Roma..”, io non posso..».
Il presidente bianconero tocca anche la vicenda stipendi e penalizzazioni: «Da quindici anni abbiamo pagato sempre. Ci sono stati ritardi ma abbiamo sempre pagato. Ci saranno problemi di pagamenti per febbraio? Spero di no, lavoro per questo. Il discorso dipende anche dalla questione col sindaco». Ed infine una rivelazione sulla trattativa che ha portato ad Ascoli il difensore Marco Calderoni: «Non date retta a chiacchiere. Era rimasto d’accordo con Ubaldi che sarebbe venuto giù lunedì e lunedì è venuto».