Crac Ancona, no al patteggiamento per Pieroni

Crac Ancona, no al patteggiamento per Pieroni

L'ipotesi percorribile solo con un accordo con le parti e pena non superiore a tre anni

l'ex patron dell'Ancona calcio Ermanno Pieroni, l'ultimo amministratore delegato Vincenzo D' Ambrosio e l'ex direttore amministrativo Gianfranco Cusini nel processo per bancarotta fraudolenta.
L'ipotesi, ventilata dai difensori, sarebbe stata percorribile solo in presenza di un accordo con le parti civili e di pena non superiore a tre anni.
Stamani i legali della Figc hanno depositato una memoria per spiegare i motivi dell'impossibilità a rinunciare alle sue pretese: le somme richieste sono pubbliche, indisponibili, e una scelta del genere potrebbe essere censurabile dalla Corte dei Conti (le distrazioni di fondi contestate ammontano a nove milioni di euro, in parte derivate da contributi Figc).
Pieroni ha fatto ricorso al Tar contro la sospensione per cinque anni da tesserato e l'udienza si discuterà nel maggio del 2009. Motivi entrambi che da soli impediscono alla Figc di transare. Partendo da queste circostanze anche il pm ha espresso il proprio dissenso al patteggiamento. Ciò anche per il fatto, ha spiegato, che Pieroni avrebbe pagato una cifra simbolica a fronte di un ingente danno patrimoniale e all'immagine causato.
"Dopo anni di indagini - ha detto ancora il pm - il processo si chiuderebbe con un nulla di fatto". All'udienza avrebbero dovuto testimoniare tra gli altri i giocatori Stefano Lombardi e Marco Storari oltre all'ex presidente Mario Bonsignore. Ritenendo non legittima la loro assenza (Storari aveva fatto sapere di avere una seduta d'allenamento con la Fiorentina nel pomeriggio), il tribunale ha ordinato il loro accompagnamento coattivo a testimoniare per il 22 ottobre prossimo, infliggendo 500 euro di multa ciascuno.