la differenza sul filo degli ultimi due secondi: l'impresa le riesce all'ultimo assalto
Poi il colpo di cobra di Valentina, la sua grinta, l'esperienza hanno fatto la differenza sul filo degli ultimi due secondi: l'impresa le riesce all'ultimo assalto. Il terzo oro olimpico consecutivo trasforma la piccola fiorettista jesina in una dei giganti dello sport azzurro di tutti i tempi. Soltanto pochi grandi sono riusciti a compiere un'impresa del genere: Klaus Di Biasi nei tuffi tra Messico '68 e Montreal '76, Edoardo Mangiarotti tra Helsinki '52 e Roma '60, ancora nella scherma ma nella spada a squadra. E' allora un'altra giornata indimenticabile per la pedana azzurra, miniera inesauribile di medaglie e di trionfi. Dopo il successo meno atteso di ieri nella spada di Matteo Tagliariol quello di oggi praticamente scontato della Vezzali, ma soffertissimo fino a 4" dalla fine della sua finale. Era arrivata anche a Pechino da campionessa olimpica in carica: è finita oro come a Sydney e Atene Una giornata in salsa agrodolce alla Fencing Hall di Pechino. Il dolce è l'esultanza incontenibile dell'invincibile fiorettista marchigiana, condita dalla gioia del primo bronzo olimpico di Margherita Granbassi. L'amaro è lo sfogo di Giovanna Trillini che dopo aver perso l'ultima medaglia olimpica della carriera annuncia che alla fine dei Giochi si ritira. A 38 anni l'oro di Barcellona dice basta, riesce a contenere a fatica le lacrime dalla rabbia. Non si aspettava di essere trattata così dalle giurie: tre cartellini rossi assurdi, addirittura due nella burrascosa semifinale contro la coreana Hyunhee, la terza contro l'amica Margherita. "E' un incompetente assoluto" si sfoga il presidente Giorgio Scarso parlando del giudice cinese Lu. Ma ormai il danno era fatto.
Nell'assalto della medaglia di bronzo di fronte erano il presente e quello che ormai è il passato del fioretto. Ha vinto 15-11 la bella triestina, anche se a metà assalto la Trillini ha avuto un sussulto (6-5). E forse è giusto così, perché Margherità oltre che il presente è anche il futuro del fioretto. I derby della scherma hanno sempre un sapore particolare, in questo c'era un pizzico di amarezza in più. Alla fine dell'assalto del bronzo le due amiche si sono chiuse in una lungo abbraccio commuovendosi fino alle lacrime. Mai la Granbassi avrebbe mai voluto fare l'ultimo sgarbo alla vecchia campionessa. Ma è andata così, e adesso tutte si faranno in quattro per far vincere a Giovanna l'ultimo oro a squadre.
"Quando smetterà sarà impossibile uguagliarla", la frase che si lascia sfuggire il ct azzurro Andrea Magro fotografa la grandezza di un'atleta che a 34 anni resta ancora la regina incontrastata del fioretto. Tre ori olimpici individuali, due a squadre, dieci titoli mondiali tra individuale e a squadre, 61 vittorie in Coppa del mondo (oggi ha già vinto anche la coppa 2008). Prima dell'ultimo assalto nella diretta ha messo in fila la polacca Mrocziewicz (15-3), negli ottavi la cinese Zhang (10-7), nei quarti l'ungherese Knapek (15-3). In semifinale ha poi umiliato la Granbassi (15-3).
La finale è stato il suo assalto più difficile ed è stato un capolavoro: la stoccata vincente l'ha piazzata quando a quattro secondi dalla fine. Dopo essere volata 3-0 aveva subito la rimonta della coreana, che a trenta secondi dalla conclusione era andata addirittura avanti 5-4. Ma niente paura, i campioni si vedono nei momenti. Valentina è rimasta fredda e lucida, ha piazzato l'affondo del 5-5 a 29 secondi. Poi lei alla fine ha chiuso gli occhi ed è partita. "Ero in trance" dirà alla fine.
L'esultanza del clan azzurro è stata incontenibile. Vezzali che aveva promesso l'oro al figlio ha gridato alla telecamere 'ti amo' al marito Domenica Giuliano, come fece Batistuta con Irina. Magro si è poi preso in braccio Valentina, così fragile e così forte, se l'é caricata sulle spalle facendo il giro d'onore salutando il pubblico.
Vezzali in tribuna ha abbracciato la sorella, sul podio ha cantato l'inno di Mameli tenendo per mano la Granbassi. Scene di ordinaria follia cui la scherma è abituata da sempre: dai tempi di Nedo Nadi e Antonella Ragno a quelli di Dorina Vaccaroni, Mauro Numa, Angelo Mazzoni o Stefano Cerioni. Una galleria infinita di campioni, un filone inesauribile. Il vecchio Mangiarotti non si è voluto perdere nemmeno questa Olimpiade, e dalla tribuna ha applaudito l'erede di una tradizione centenaria. Con l'oro della Vezzali e il bronzo della Granbassi la scherma olimpica tocca quota 110 medaglie. Ma forse non è ancora finita. C'é la sciabola, soprattutto c'é il fioretto femminile. Negli ultimi anni il Dream Team si è un po' smarrito. Può ritrovarsi magicamente per far ritrovare alla Trillini l'ultimo sorriso.