/Calcio, Serie B di nuovo sull'orlo dello sciopero
Calcio, Serie B di nuovo sull'orlo dello sciopero
Grossa distanza economica tra la richiesta della B (90 milioni di euro) e l'offerta della A
stagione, con la novità tanto attesa e ben accolta da tutti i club dell'assenza delle teste di serie, al salone d'onore del Coni. Era stato questo l'auspicio del presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese, che al suo arrivo allo stadio Olimpico si augurava di celebrare una giornata di festa in cui riunire "la grande famiglia dal pallone italiano", e all'uscita cercava di spegnere l'eco per il polverone alzato dalla serie B. Ben presto infatti la doppia assemblea di Lega (anticipata da una riunione informale dei presidenti di B) si è trasformata in un vero braccio di ferro tra le società di serie B e quelle di A, con il finale thrilling dell'annunciata assenza dei club cadetti al sorteggio dei calendari e la minaccia più che concreta di un possibile sciopero (si parla di due giornate di stop) della B. "La festa dei calendari - ha rivelato all'uscita il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, il primo ad abbandonare lo stadio - la lasciamo alla serie A. Noi non abbiamo niente da festeggiare e dunque non parteciperemo a questo rito in un clima festoso che non condividiamo".
Un braccio di ferro durato davvero poco, troppa la distanza economica tra la richiesta iniziale della B (90 milioni di euro) e l'offerta della A, che alla fine non accettato nemmeno quella mediata dai due presidenti di Lega, Cellino per la A e Ghirardi per la B, che avevano abbassato le pretese portandole a 65 milioni di euro più il paracadute per chi retrocede da 7,5 a 22,5 milioni di euro. All'uscita il presidente Matarrese ha provato a spegnere l'incendio oramai divampato: "Non è una vera crisi, è solo una strategia decisa in comune tra A e B per avere maggiore potere nella trattativa con la tv per i diritti in chiaro. Adesso faremo il bando di gara il prossimo 29 luglio, poi entro il 5 agosto aspetteremo le offerte, se non dovessero arrivare, avvieremo una trattativa privata fino all'inizio del campionato".
Ma in realtà la presa si posizione dei rappresentanti delle società di serie A, che hanno deciso di dire no a tutte le proposte e di rinviare ogni trattativa: "Non possiamo quantificare - ha ammesso il direttore generale della Sampdoria, Giuseppe Marotta - nulla ad oggi. Dobbiamo solo aspettare e capire quali risorse la serie A avrà a disposizione dopo che saranno venduti i diritti televisivi in chiaro".
Nella stessa giornata Matarrese, secondo quanto rivelato da Aurelio De Laurentiis, incontrerà il presidente dell'autorità garante della comunicazione, Antonio Catricalà, per stabilire quale strada percorrere per la vendita dei diritti televisivi in chiaro con la Rai, che ad oggi "resta la più interessata ad acquistarli", ha confessato il patron del Torino, Urbano Cairo. A conti fatti dunque un'altra giornata difficilissima per il presidente Matarrese, non invidiato da Galliani e Lotito che si sono detti felici di non essere loro a dover gestire questa patata bollente, che di fatto è stato sfiduciato dalle 22 società di B: "In una democrazia - ha aggiunto il presidente del Frosinone - In queste situazioni ci si dovrebbe dimettere, ma evidentemente i 20 club di A, nonostante la minoranza, contano più delle 22 della serie B".
Doveva essere una festa e invece rischia di essere ricordato come il giorno in cui la serie cadetta ha posto le basi per uno sciopero che spacca ancora una volta in due il calcio italiano, anche se Matarrese abbassa i toni e annuncia: "Giochiamocela meglio tutti uniti".