Costantini: «La società ora ha altre urgenze sul versante sportivo ed economico»
suo cda, in modo che questo sia libero di operare. Rimane il fatto che l'Ac Ancona finora non ha investito un centesimo nel progetto». Lo ha precisato oggi Edio Costantini, presidente del Csi (Centro sportivo italiano) dimissionario dal cda del club, ribadendo le critiche per l'assenza di una concreta realizzazione dell'idea iniziale. Sembra effettivamente il preannuncio della fine dell'idillio tra Ac Ancona e Csi dopo l'iniziale entusiasmo per l'innovativa iniziativa di applicare un decalogo etico a una società sportiva, alla sua organizzazione e ai suoi tesserati. Costantini e Massimo Achini, fino a pochi giorni fa membri del cda in rappresentanza del Csi - che non è comunque azionista dell'Ac Ancona - non ne fanno più parte e, pur non mutando nulla per ora a livello societario, l'abbandono appare un significativo cambiamento rispetto alla volontà originaria. Costantini, però, non vuole sentire parlare di fallimento del progetto e lascia aperti spiragli per un accordo. «Non c'è nessun fallimento - ha rilevato - la questione ora è che la società in questo momento ha altre urgenze sia sul versante sportivo sia su quello economico e finanziario».
Il presidente Csi spiega il silenzio sulle dimissioni con l'intenzione di non nuocere alla squadra che «vive un momento delicato e che ha tutte le chance di andare in serie B». Per questo, ha sottolineato, «bisogna essere tutti uniti intorno alla squadra. A giugno, quando ripartirà la nuova stagione, soci e Csi si metteranno attorno ad un tavolo e decideranno cosa fare. Non vogliamo - ha concluso Costantini - creare problemi, già l'Ancona né ha tanti». Di fallimento non vuole parlare neanche Sergio Schiavoni, patron dell'Ac Ancona il quale sottolinea che «i rapporti con il Csi sono buoni» e che il Centro sportivo italiano «ha comunicato che continuerà a collaborare con il progetto Soccer nonostante l'uscita dei suoi membri dal cda». Per la gestione del club, ha chiarito Schiavoni, «non cambia nulla. Loro avevano poco tempo per partecipare al cda e forse è più facile collaborare con la società dall'esterno». La gestione, ha detto Schiavoni, «è affidata a noi, fino a giugno andiamo avanti e gli impegni vengono mantenuti. Per cui si sta facendo un gran polverone che è deleterio per la squadra». Gli investimenti? «La famiglia Schiavoni e Ugo Colombo - ha risposto Schiavoni - si sono impegnati a finanziare il progetto qualora l'Ac Ancona non avesse avuto sufficienti fondi».