Coldiretti Marche festeggia la Giornata Mondiale del Latte: produzione ed export in aumento

Coldiretti Marche festeggia la Giornata Mondiale del Latte: produzione ed export in aumento

Nel 2020 dalle stalle marchigiane è uscita una media di 2.200 tonnellate di latte al mese, in aumento del 3% rispetto al 2019 ma non ancora ai livelli pre sisma quando gli allevamenti contavano circa il 40% di animali in più.

Ancona - Oltre 28 milioni di valore e più di 30mila tonnellate di produzione. Sono i numeri della “white economy”, il settore lattiero caseario, resi noti da Coldiretti Marche in occasione della Giornata mondiale del latte istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite e celebrata il 1° giugno. Un settore che per la maggior parte è occupato da latte di mucca: nel 2020 dalle stalle marchigiane è uscita una media di 2.200 tonnellate di latte al mese, in aumento del 3% rispetto al 2019 ma non ancora ai livelli pre sisma quando gli allevamenti contavano circa il 40% di animali in più.


Questo per quanto riguarda il latte vaccino mentre resta stabile la quota di latte di pecora, capra e bufala, utile per la produzione di quasi 23mila tonnellate di formaggi e 1500 di burro. Tutti prodotti destinati al mercato interno, dove è possibile essere certi della provenienza grazie all’etichetta obbligatoria che indica il paese di mungitura e il paese di trasformazione (ad esempio “Origine del latte: Italia” oppure “Paesi Ue” o anche “Paesi non Ue”) ma che spesso finiscono anche sulle tavole all’estero. L’export 2020, nonostante tutte le difficoltà legate al Covid, è cresciuto del 20% sfiorando quota 16 milioni di euro. Quasi la metà sono scambi interni all’Unione Europea (soprattutto Austria e Francia) mentre circa un terzo approda in Albania. Il valore degli scambi è in aumento costante: +11% negli ultimi 20 anni.


Un comparto strategico che – precisa la Coldiretti rischia di essere danneggiato dalle troppe fake news che vengono diffuse. In rete si trovano “falsi” di ogni tipo come la bugia che bere latte sarebbe dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte.


Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione si basa sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Un altro grande falso che si può trovare in rete è che con il latte si ingeriscono sostanze inquinanti e ormoni mentre latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigidi controlli e l’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa.


Come è altrettanto falsa l’informazione che il consumo di latte aumenti il rischio di osteoporosi “rubando” calcio allo scheletro infatti proprio i prodotti lattiero caseari sono una fonte privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente che, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”.


I falsari dell’informazione sostengono poi che il latte sarebbe nemico del cuore e delle arterie mentre proprio il suo consumo influisce positivamente su ipertensione e diabete”.



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