Sono questi i chiari e gravi messaggi del nuovo governo della Regione Marche che indica chiaramente da che parte sta: dalla parte di chi vuole limitare la libertà di scelta delle donne e di chi vuole violare il loro diritto alla salute andando contro anche il semplice buon senso.
Dimenticano però di essere esponenti di governo delle Istituzioni e, in quanto tali, sono chiamati innanzitutto a dare piena attuazione alle leggi dello Stato.
E devono dare piena attuazione anche alle recenti linee guida del Ministero della Salute d’ inizio agosto che, sulla base delle indicazioni del Consiglio Superiore della Sanità, ha finalmente abolito l’assurdo obbligo di ricovero ospedaliero in caso di aborto farmacologico.
Ad agosto, superando un ritardo che denunciavamo da anni e facendo cadere l’ultimo tabù, il Ministero ha stabilito chiaramente che l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico è possibile senza ricovero ospedaliero presso strutture ambulatoriali pubbliche, consultori o day hospital, possibilità estesa fino alla nona settimana di gravidanza. Una scelta chiara e importante quella del Ministero della Salute di estendere e favorire l’impiego del farmaco, superando le incomprensibili limitazioni fissate nel passato, fortemente e inutilmente penalizzanti per le donne che hanno allineato l’Italia alla gran parte dei Paesi europei.
Quindi, assessora Latini e Presidente Acquaroli, non ci interessa la vostra "personale posizione", per quanto antistorica possa essere e per quando possa indignarci: quello che ci interessa è sapere come pensate di garantire la libertà di scelta delle donne marchigiane di essere o meno madri e come pensate di tutelare la loro salute, dando piena attuazione alla legge e ai diritti delle donne.
Nella nostra regione sono ancora tanti i ritardi da colmare visto che solo il 6% delle interruzioni volontarie di gravidanza avviene con metodo farmacologico: valori ancora troppo lontani dalla media nazionale (21%) e da quelli di regioni come la Toscana (29%), l’Emilia Romagna (37%), la Liguria (38%) o il Piemonte (44%).
Nelle Marche, dobbiamo andare avanti: c’è ancora tanto da fare perché la libertà di scelta e il diritto alla salute delle donne siano realmente e concretamente garantite. Non possiamo quindi permetterci, né consentiremo nessun passo indietro.
#liberediscegliere