Ascoli - «Qualora il Governo stabilisse per ciascuna regione date differenti per la fine del “lockdown”, come Sindaci dei Comuni della provincia di Ascoli Piceno siamo a chiedere che i nostri territori non subiscano gli stessi ritardi o le stesse misure restrittive del resto della regione Marche».
Questa la
richiesta presentata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
attraverso un documento redatto dal sindaco di Ascoli Piceno Marco
Fioravanti e sottoscritto dai colleghi Pasqualino Piunti (San
Benedetto del Tronto), Sante Stangoni (Acquasanta Terme), Giancarlo
Vesperini (Cossignano), Alessio Piersimoni (Cupra Marittima), Enrico
Piergallini (Grottammare), Armando Falcioni (Maltignano), Massimo
Narcisi (Monsampolo del Tronto), Daniel Matricardi (Montalto delle
Marche), Lucio Porrà (Montefiore dell’Aso), Francesca Grilli
(Montemonaco), Sergio Loggi (Monteprandone), Alessandro Lucciarini De
Vincenzi (Ripatransone) e Fabio Salvi (Venarotta).
«Dopo lo studio condotto
dall’Osservatorio Nazionale della Salute sulle Regioni Italiane,
che avrebbe previsto un’assenza di nuovi casi di positività da
Covid-19 nella regione Marche non prima della fine del mese di
giugno, la stessa Regione ha effettuato un nuovo studio che ha
evidenziato come il calcolo non fosse corretto e come lo zero
alternato dei casi nelle Marche si registrerà tra il 25 e il 30
maggio, un mese prima rispetto alle proiezioni nazionali» è la
premessa del documento sottoscritto dai 14 sindaci.
«Una stima che
reputiamo più realistica soprattutto in riferimento alla provincia
di Ascoli Piceno, dove l’emergenza sanitaria non può e non deve
essere paragonata a quella del nord delle Marche: i territori della
provincia di Pesaro-Urbino e Ancona hanno purtroppo dovuto fare i
conti con un numero di casi positivi rispettivamente di 11 e 9 volte
superiori rispetto a quelli dei territori della provincia di Ascoli
Piceno, in assoluto la meno colpita di tutta la regione Marche.
Inoltre, come comunicato correttamente dal Presidente Ceriscioli, già
da qualche giorno i dati rappresentano una crescita zero/alternato di
casi nella nostra provincia.
Se da un lato siamo ben consapevoli di
come non si debbano vanificare sforzi e sacrifici fatti finora,
dall’altro riteniamo non sia possibile né ammissibile penalizzare
territori in cui la situazione legata al Covid-19 sia stata
circoscritta in maniera più efficace e non abbia causato la stessa
situazione di emergenza verificatasi altrove. Una scelta di questo
tipo, metterebbe seriamente a rischio la ripartenza di un territorio
già gravato da un’annosa crisi economica e ulteriormente
martoriato dal drammatico sisma del Centro Italia.
E quindi
metterebbe a rischio il futuro di imprese, aziende, professionisti,
famiglie e singoli cittadini. Ecco perché – ammesso che nei
prossimi giorni non si verifichi un aumento dei contagi nei nostri
territori e previo rispetto da parte di imprese e lavoratori delle
misure di sicurezza e dei protocolli igienico-sanitari che saranno
forniti – qualora il Governo stabilisse date differenti per
ciascuna regione per l’inizio della Fase2, chiediamo che non ci si
basi solo su meri criteri di confine geografico per stabilire il
cronoprogramma della fine del lockdown ma che le scelte siano al
contrario fondate su criteri oggettivi che tengano conto della
differente situazione emergenziale presente all’interno dei vari
territori. E che quindi si provveda a un diverso trattamento
dell’area Sud delle Marche, nello specifico dei Comuni della
provincia di Ascoli Piceno, rispetto all’area geografica del Nord
delle Marche» hanno concluso i sindaci.
Il documento è stato inviato al Premier Conte e sottoposto all’attenzione anche del Presidente Anci Antonio Decaro, del Presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi, del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e di tutti i parlamentari eletti nelle Marche.