Cisl FP Marche: sull' Area Vasta 4 tra il dire e il fare...e poi c'è il dopo

Cisl FP Marche: sull' Area Vasta 4 tra il dire e il fare...e poi c'è il dopo

Fermo - "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, dice il proverbio e mai è stato più vero - scrive il segretario regionale Giuseppe Donati - In questi ultimi giorni, tutti i mezzi d'informazione stanno parlando dell'aumento dei tamponi quasi a volerci far credere che i problemi di testare popolazione ed operatori sia stato superato. Non ha fatto eccezione la Regione Marche. 

Il quadro che viene raccontato al nostro Sindacato  nelle centinaia di mail, messaggi e lettere che riceviamo giornalmente é molto diverso. C'é ormai un senso di rassegnazione sia tra gli operatori sia tra i cittadini, sul fatto che nonostante i sintomi, la vicinanza con familiari positivi, contatti avuti con pazienti positivi o molto sospetti, i tamponi non si riescano a fare.

Bisogna che s'inizi a dire tutta la verità: nelle Marche, tamponi e reagenti non arrivano o arrivano in numero insufficiente. Allora? Allora le persone più responsabili, che hanno la possibilità di farlo, si chiudono in casa ma altri, costretti da forza maggiore, vanno a lavoro. Tanti, pur con febbre, sperano per giorni che qualcuno suoni alla porta per sottoporli al test. Da quello che ci viene raccontato, molto spesso peró, quest'attesa resta tale. 

Gli errori delle prime settimane, commessi nel fermano e soprattutto all'interno dell'ospedale, sono costati carissimo in termine di contagi, malattie ed assenze di tantissimi Operatori Sanitari. Qualcuno di questi, ai quali vanno l'affetto e la vicinanza di tutti noi, é ancora ricoverato o addirittura attaccato al respiratore. Su tutto questo al momento opportuno, dovrà essere aperto il doloroso capito delle negligenze delle responsabilità, come richiesto anche dalla Cisl Fp con opportuno esposto inviato alla Procura.  

Questo il doloroso passato ma il presente non é tanto diverso. 

Con circa 70 tamponi al giorno, tanti se ne riescono a fare a Fermo, dove vogliamo andare? 

Conosciamo figli, mogli, mariti di positivi che attendono invano il tampone. Vorrebbero legittimamente sapere se hanno contratto la malattia, ma niente. 

Ai cittadini va detta la verità, tutta intera. A voglia aumentare il numero di Laboratori convenzionati e privati che eseguono tamponi se poi non si trovano j reagenti per fare le analisi. 

Per tutto questo, come CISL FP abbiamo chiesto alla Direzione di AV4 di essere trasparente e di fornire, una volta per tutte, la mappatura dei tamponi eseguiti al personale sanitario. Non solo peró.  Dovrà essere noto, il Piano di tamponamento futuro di tutti i dipendenti. BASTA ANNUNCI, VOGLIAMO I NUMERI REALI! 

Come CISL FP vorremmo che si pensasse anche al dopo emergenza. 

L'obiettivo primario senza se e senza ma, per Fermo ed il fermano, sarà ripristinare quanto prima, l'operatività del Murri. I 170.000 cittadini di questo territorio, hanno solo quest'ospedale ed hanno diritto di averlo pienamente funzionante  perché le altre malattie non attendono il Covid. I fermani hanno pagato più di altri nelle Marche, la scelta sbagliata di non aver riattivato in tempo, ospedali periferici per accogliere i malati positivi e salvaguardare l'unico polo ospedaliero dell'AV4.  

Va detto anche qui, la verità.

La situazione attuale, non potrà reggere oltre i due mesi. Migliaia di prestazioni sanitarie rinviate, interventi chirurgici non eseguiti, visite specialistiche bloccate non possono essere tollerate a lungo. 

Il Murri dovrà tornare quanto prima alla sua attività normale o quasi ma di certo con un ripensamento profondo sul modello organizzativo, strutturale e strumentale. Il sistema, dopo decenni di tagli e ristrutturazioni che sono stati veri e propri razionamenti, ha gravemente fallito sia a livello nazionale che regionale. Si é trovato impreparato sia sotto l'aspetto della risposta ai bisogni di cura che su quello della prevenzione. Va quindi cambiata radicalmente marcia. 

In questo giorni siamo come nella favola del Genio della Lampada: tutto é possibile basta chiedere al Genietto. 

Vengono fuori Ospedali nuovi come funghi, si triplicano posti di Rianimazione, piovono dall'alto respiratori, acquistati e finanziati da privati benefattori. I beni materiali si possono produrre ma la professionalità non si acquista al supermercato.  L'assillo che prende, chi non crede alle favole, é il seguente: questi ospedali che nascono come funghi, dove reperiranno il personale per funzionare? Per quanto tempo cinesi, coreani, russi, albanesi, ecc resteranno in loco? 

Senza voler sminuire, gli sforzi per quanto fatto, sono tanti i dubbi sul futuro. Come ad esempio, che tutti questi maxi centri di Rianimazione  arriveranno quando non serviranno più o serviranno molto meno. 

Pure quelli che credono alle favole, converranno, che la favola del Genio della Lampada, prima o poi, finirà e si dovranno fare i conti. Allora, saranno dolori!! 

Ci sarà un problema da risolvere, tanto, tanto doloroso e cioé come ripianare un buco finanziario enorme. Stato centrale e Regioni usciranno dall'emergenza con le ossa rotte e le casse vuote. Non vorremmo a quel punto, come avvenuto anche in precedenti emergenze, che a farne le spese saranno quei territori, in primis il  fermano, meno forti politicamente e con meno o zero sponsor. 

Va quindi da subito pensato al dopo. 

Ci aspettiamo da parte della Regione e dell'Asur, la medesima solerzia messa in campo al momento di  pianificare i piani di attacco al Covid con accorpamenti, chiusure e spostamenti di reparti, nel predisporre un graduale ritorno alla normalità del Murri. Nessuno pensi minimamente di approfittare di quanto avvenuto per portare a termine ipotesi di ulteriore ridimensionamento di servizi. Se così fosse. FAREMO LE BARRICATE! 

Ritornare al più presto alla normalità é un debito di gratitudine che la Politica e gli Amministratori hanno  verso gli operatori sanitari (termine che vuole  ricomprendere tutti quelli che hanno prestato assistenza a vario titolo) che non sono superman quindi indistruttibili ma anche un dovere nei confronti di una cittadinanza che ha estrema urgenza di normalità e di servizi sanitari pienamente operativi".

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