Ascoli - “Siamo di fronte a due guerre, una al
virus e una per difendere i fondamentali economici dell’Italia e
dell’Europa. Il nostro appello è che si affronti questa emergenza
da economia di guerra, facendolo insieme, con la consapevolezza della
gravità che richiede risposte rapide”. Simone Mariani e
Giampietro Melchiorri, presidente e vice di Confindustria Centro
Adriatico, sono pronti ad affrontare le nuove misure restrittive
decise dal Governo.
“Ma con la stessa immediatezza con cui si è affrontata la questione delle chiusure occorre rispondere alle preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori e agire con azioni e soluzioni efficaci per permettere alle imprese di riaprire dopo questa difficile fase” prosegue Melchiorri.
A livello nazionale Confindustria ha condiviso i fini del Dpcm del 22 marzo, ossia garantire alle persone i beni e i servizi essenziali: alimentari e farmaci, forniture e servizi per ospedali, fermando però il resto delle produzioni. Secondo l’Istat circa il 56% delle imprese devono chiudere, per non parlare di quelle che hanno già chiuso volontariamente o ridotto significativamente la propria attività per mancanza di domanda.
“Siamo molto preoccupati per la nuova
e ulteriore stretta sulle attività produttive. Siamo convinti che
nella maggior parte delle attività c’erano, e ci sarebbero ancora
oggi, le condizioni per poter proseguire il lavoro in sicurezza,
analogamente a quanto avviene nelle filiere di interesse strategico
ed essenziale. Ma è inutile polemizzare, ora bisogna agire”
aggiunge Mariani.
Il Governo sta lavorando a un nuovo
decreto che unisca il rinvio delle tasse agli incentivi economici per
50 miliardi di euro. “Il nodo principale da affrontare è quello
della liquidità. Chi ha chiuso per scelta o perché obbligato
deve avere delle garanzie per poter rispondere ai pagamenti
impellenti e per gestire i costi fissi che l'impresa ha, ma che non
fatturando è impossibilità a sostenere. Un'azienda che non produce
non può farsi carico di nulla al pari di qualunque sistema: se non
ci sono entrate, non possono esserci uscite”.
A questo si aggiungono altre chiare
richieste: un rapido e semplice accesso alla cassa integrazione,
che non può essere anticipata dalle imprese, dovendo queste già
fare i conti con il calo della liquidità; dilazione delle scadenze
fiscali e contributive; linee di credito a breve e lunga scadenza per
ogni tipologia di impresa, grande e piccola; fondo di garanzia per
onorare gli impegni.
“La salute è per noi al primo posto, l’imprenditore ha a cuore i suoi dipendenti, i suoi collaboratori: nessun business farebbe mai mettere a rischio la sicurezza delle persone. Ma l’imprenditore deve guardare al domani, al futuro, alla ripartenza perché il lavoro ai suoi dipendenti lo vuole garantire” concludono i vertici di Confindustria Centro Adriatico.