Ascoli - I botti di fine d'anno vengono anticipati dalla politica. Il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti risponde così alla nota inviata dal presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli sull'avvio della realizzazione dell'ospedale unico del Piceno.
"L’iniziativa
last minute sull’ospedale unico di vallata della giunta Ceriscioli
puzza di bruciato. Siamo alle solite, un’operazione in odore di
“speculazione edilizia” a cura di una classe dirigente regionale
fallimentare che cerca, frettolosamente, di portare a casa una
compravendita “sospetta” nella vallata del Tronto a discapito della
salute dei cittadini della provincia di Ascoli Piceno. Ormai il governo
regionale ha perso il controllo del timone e non ha più una rotta da
indicare ai propri cittadini: è completamente alla deriva. Noi abbiamo
l’obbligo di rappresentare le istanze di una popolazione che si vede
scippare ben due nosocomi. Davvero una scorrettezza nei confronti del
Sud delle Marche, già emarginato da questa classe dirigente incompetente
e priva di una visione coerente e virtuosa per la nostra bellissima
regione. Noi non ci fermeremo e ci opporremo con forza e determinazione a
qualunque decisione che non preveda il rafforzamento del Mazzoni e la
costruzione di un nuovo ospedale a San Benedetto, oppure di un
sostanzioso investimento volto all’ottimizzazione della rete stradale al
fine di consentire una maggiore fruibilità di accesso verso l’ospedale
Madonna del Soccorso. Le famiglie sono stanche di non vedere soddisfatto
il loro bisogno e diritto di salute. Le liste d’attesa si allungano
sempre di più e poter fare una buona prevenzione è diventato sempre più
difficile e costoso: un lusso per chi può permettersi di pagare la
sanità privata. Se l’assessore alla sanità Ceriscioli ha milioni di euro
da investire li usi per rafforzare la capacità di risposta sanitaria
degli ospedali esistenti e non li sprechi per costruire cattedrali nel
deserto.
Non
abbiamo bisogno di un nuovo contenitore per far “guadagnare” gli amici
degli amici, ma di un presidente della Regione che sia un buon padre di
famiglia per i marchigiani. Un padre di famiglia che non faccia figli e
figliastri, ma che tratti tutti i marchigiani senza disparità.
Necessitiamo di una guida politica regionale capace, in grado di
ottimizzare non solo le peculiarità professionali del nostro territorio
ma anche la spesa, attraverso l’acquisto di attrezzature di ultima
generazione che possano rendere il Sud delle Marche un polo ospedaliero
accogliente e attrattivo anche per i cittadini del Sud Italia. Questo
sarebbe utile anche come spinta economica, incentivando la ripartenza di
una provincia fortemente colpita dal disastro del terremoto. Questa
giunta regionale invece, per far riportare i conti di una gestione poco
oculata e di un bilancio sulla sanità “squilibrato”, penalizza il Piceno
con il blocco della mobilità attiva, mortificando la capacità
attrattiva dei due ospedali e delle cliniche private convenzionate. Il
tutto a discapito di maggiori entrate per i nostri ospedali, che
potrebbero al contrario essere utili per reinvestire, proprio qui nel
Sud della regione, quello che i nostri nosocomi guadagnerebbero con una
mobilità attiva libera dal blocco imposto dalla sanità regionale.
Vista
la scelleratezza di tali comportamenti amministrativi e il tentativo di
scelte penalizzanti per il nostro comprensorio, convochiamo entro
gennaio ad Ascoli Piceno GLI STATI GENERALI DELL’EMERGENZA SANITARIA DEL
PICENO. Ormai non ci fidiamo più, vogliamo scalzare questa classe
dirigente dalla cabina di comando della sanità della regione Marche.
Inviteremo a partecipare a questa importante iniziativa i cittadini, le
associazioni, i sindacati, i professionisti della sanità, i lavoratori
delle professioni sanitarie, le cooperative e le società di servizi
sanitari e tutti coloro che hanno a cuore il destino della domanda di
salute del nostro popolo. Sarà un appuntamento molto importante: un
confronto ricco di idee virtuose per la sanità del Piceno che da troppo
tempo soffre l’incapacità del governo del Partito Democratico".