'Togliere l'ospedale ad una città capoluogo e ad un'altra città strategica dal punto di vista dello sviluppo turistico del nostro territorio è un errore strategico'.
Ascoli - Durante la Festa de L'Unità aveva
preso posizione a favore della realizzazione del nuovo ospedale unico
il primario di Chirurgia, il dr. Marco Catarci che, tra l'altro, aveva
detto: “Sul caso del nuovo ospedale ci sono atteggiamenti
autolesionisti e campanilisti, invece qui c'è una situazione ideale
visto che ci sono 30 km di raccordo autostradale, mentre a Roma per
fare 1 km occorre mezz'ora. Dunque qalsiasi speculazione sulla
distanza fa ridere. Qui c'è 20% di mobilità passiva verso Lombardia
e Emilia Romagna. Una struttura a doppioni come c'è nell'Area Vasta
5 costa il doppio (ogni unità operativa costa dall'1 al 5%). Con un
plesso unico invece possiamo recuperare moltissimi soldi”.
Un
dibattito che si arricchisce di un nuovo intervento, quello di Monica
Acciarri, consigliere comunale del gruppo autonomo eletta nella
Consulta della Sanità.
“Leggendo l'articolo sull'ospedale unico –
dice Acciarri - mi è parso opportuno fare alcune riflessioni di
merito rispetto a questo tema. Le mie considerazioni sono fatte
guardando alla questione "ospedale unico si o no"
partendo dalla domanda di salute dei cittadini e non dal presunto
bisogno di non essere campanilisti. Il tema del campanilismo non c'
entra nulla, e anzi preclude una trattazione del problema dal punto
di vista tecnico, concreto, scevro da istanze propagandistiche.
Solamente non considerando la spiccata capacità di integrazione che
caratterizza il territorio Piceno - spiega Acciarri - si possono
scambiare riflessioni oculate e circostanziate sulla scelta
dell'ospedale unico per istanze campanilistiche.
Non sarà un
contenitore nuovo a Pagliare a dare automaticamente strumentazioni
nuove ai medici, e nemmeno prestazioni sanitarie più appropriate ai
cittadini del Piceno rispetto a quelle attualmente ricevute negli
ospedali di Ascoli e San Benedetto. L' unica garanzia che si ha di
alzare la qualità delle prestazioni e di abbreviare le liste d'
attesa è l'istituzione dell'azienda ospedaliera Marche Sud. Avere o
non avere l'azienda ospedaliera non è una mera questione di forma –
sottolinea Monica Acciarri - ma di sostanza che nulla ha a che vedere
con presunti campanilismi. Significa, concretamente, avere autonomia
di bilancio, poter decidere gli investimenti senza dover passare per
Asur Marche e, cosa non da poco, trattenere le risorse economiche
guadagnate grazie alla qualità dei nostri professionisti sommata
alla possibilità di curarsi da noi per i pazienti provenienti dal
vicino Abruzzo.
Una programmazione oculata a cura della regione
Marche non può disconoscere la necessità che questo territorio ha
di avere una frontiera forte ed autonoma che possa dare soddisfazione
al crescente bisogno di cura dei nostri cittadini e di chi, dal sud,
decide di curarsi ad Ascoli o a San Benedetto. Il piano sanitario
vigente – aggiunge Acciarri - prevede già l'azienda ospedaliera ad
Ascoli e la regione dovrebbe fare una delibera semplicemente per
perfezionare una scelta fatta dalla precedente giunta da un assessore
del PD sempre pesarese. Credo anche che, senza fare il passo
decisivo verso azienda ospedaliera, togliere l'ospedale ad una
città capoluogo e ad un'altra città strategica dal punto di vista
dello sviluppo turistico del nostro territorio sia un errore
strategico. Un errore sia , come abbiamo visto dal punto di vista
sanitario, sia dal punto di vista di politica industriale. Infatti,
chiudendo i due ospedali, senza la costituzione dell'azienda
ospedaliera, verrebbero di fatto dismesse due delle maggiori
imprese delle città di Ascoli e di San Benedetto a discapito di un
economia già fortemente provata da difficoltà storiche aggravate
dal tragico evento sismico”.