Ascoli - Roberto Zazzetti, presidente della Consulta per la Disabilità della Regione Marche, scrive al presidente della Regione Luca Ceriscioli per chiedere un confronto sul finanziamento ATS.
"Negli ultimi anni all’ATS - dice Zazzetti - sono state dirottate molte funzioni tra cui, cito a mente in maniera generale: assegni di cura, tirocini inclusione attiva (ex borse lavoro), affido familiare, interventi per i minori colpiti da provvedimenti giudiziari, centri antiviolenza, dopo di noi, interventi per disabili sensoriali, Uoses, Pua, servizi di sollievo, vita indipendente, POR, PON, FAMI, SIA, centri di ascolto nelle scuole, équipe affido, ecc….
Considerando che per ogni attività va realizzato il progetto, occorre procedere con l’accertamento dell’entrata, ed all’impegno di spesa, va affidato il servizio/concessione (con tutte le difficoltà del nuovo codice degli appalti), va verificata l’esecuzione del servizio, liquidata la prestazione e rendicontato il progetto.
A fronte delle attività sopra descritte il finanziamento della Regione Marche a favore degli Ambiti Territoriali Sociali è passato da € 11.000.000,00 (2014) a € 7.000.000,00 (2015) a 0 (zero) euro.
In sostanza con gli ATS stanno seguendo la teoria “Del Rio” già applicata alle Provincie per cui se ad un ente togli finanziamenti e personale, questo stesso Ente, come per magia, riuscirà a svolgere le medesime funzioni di prima praticamente a costo 0.
Al di là degli scherzi e delle battute la cosa mi preoccupa non poco; in Regione glissano sempre sull’argomento rimandando il tutto ai Fondi Europei, ma questi non prevedono linee di finanziamento per la gestione amministrativa degli Ambiti Territoriali Sociali. Di contro la Regione Marche continua a girare tutte le funzioni del sociale agli ATS (anche le funzioni che erano di competenza della Provincia come i Centri antiviolenza e i contributi per i disabili sensoriali).
L’azzeramento del finanziamento del fondo per gli Ambiti Territoriali Sociali è un problema che si ripercuote su molti servizi perché con quel Fondo il nostro Ambito, ad esempio, finanzia i Centri di Ascolto delle scuole (che hanno subito L’AZZERAMENTO della L.R. 9 – servizi), finanzia parte dei contributi per le famiglie affidatarie/collocatarie, compartecipa al finanziamento del servizio sollievo e ad altri servizi alla cittadinanza.
Il timore concreto è che l’indebolimento progressivo degli ATS si ripercuoterà, inevitabilmente, con un impoverimento dei servizi erogati alla cittadinanza in quanto una struttura debole erogherà servizi approssimativi e non puntuali.
La “strategia” della Regione potrebbe essere individuata cercando fonti di finanziamento per gli ATS attraverso un incremento (tutto da verificare) per gli interventi a favore delle disabiità: assistenza domiciliare ed educativa, integrazione scolastica e tirocini di inclusione sociale.
Questa ipotesi, se fosse veramente in campo, si scontra con il fatto che un eventuale incremento di fondi girato ai comuni per i servizi sopra indicai servirà a questi ultimi per soddisfare le liste di attesa presenti in ogni ente, in quanto le richieste sono incrementate notevolmente durante gli ultimi anni.
In sostanza, se la “strategia” regionale è quella sopra esposta, occorre un atto formale “forte” da parte della regione che obblighi i comuni a dirottare “eventuali extra-risorse” al finanziamento degli ATS, pena la perdita del finanziamento stesso.
Questa ipotesi deve essere condivisa con le associazioni dei disabili stessi e deve essere verificata legislativamente anche perché si deve evitare quello che avvenne con il finanziamento dei PUA attraverso il FNA che fu bloccato dalla Corte dei Conti su nostra segnalazione.
DOPO DI NOI
Al di la delle riflessioni sulla scadenza sottolineata, e condivisibile, da parte di molti addetti ai lavori, credo che le incongruenze siano fondamentalmente due, una da parte dello Stato ed una da parte della Regione:
Nella graduatoria delle priorità di accesso si preferiscono le persone con disabilità grave mancanti di entrambi i genitori e del tutto prive di risorse economiche.
In sostanza chi non ha i genitori (e probabilmente sono più anziani degli altri) sono preferiti ai disabili più giovani che magari hanno i genitori giovani in vita e che potrebbero realmente accompagnare i figli nel percorso di autonomia richiesto (loro i veri case manager…).
La distribuzione dei Fondi pari ad € 2.340.000,00 è assolutamente sbagliata, essi sono stati distribuiti a pioggia coinvolgendo tutti gli ambiti e, a causa delle scarsità delle risorse, si è stravolta la natura dell’intervento stesso.
In sostanza, ma quale “dopo di noi” è possibile realizzare con contributi di 30.000,00, 50.000,00 o anche 100.000 euro? Con quelle cifre sarà difficile realizzare progetti a 10/20 anni, al massimo si faranno progetti a 1 o 2 anni.
In realtà i € 2.340.000,00 avrebbero dovuto finanziare al massimo 3 progetti di circa € 780.000,00 in questo caso, si sarebbero potute realizzare progettualità che avrebbero distribuiti i loro effetti per 10/20 anni prevedendo anche l’acquisto o ristrutturazione di strutture esistenti. Successivamente se la legge, come pare, sarà rifinanziata, si sarebbero finanziate altre progettualità.
Sig. Presidente LUCA CERISCIOLI, queste sono alcune criticità attuali che la sua Giunta sta attuando mettendo in crisi l’intero intervento sul Welfare regionale, avendo quasi azzerato la compartecipazione con fondi propri e attingendo solo a FONDI EUROPEI O STATALI .
Come Presidente della Consulta Regionale per la Disabilità, devo anche rilevare la sua mancanza di volontà ad avere un incontro con una delegazione della Consulta, visto che lo chiediamo alla sua segreteria dal lontano 14 marzo 2017, anche attraverso il verbale della Consulta di quel giorno, a cui era presente il Presidente della IV commissione Fabrizio Volpini.
Ogni incontro c’è stato negato, perché lei era impegnato in varie attività e, nel frattempo, la situazione si è aggravata, visto che lei ha la delega del Sociale e del Sanitario.
La situazione che le ho esposto è stata condivisa da tutte le 18 associazioni che compongono la consulta ,e i cui soci riuniscono la maggior parte delle persone con disabilità della Regione Marche
In relazione al suo comunicato avrei da fare alcune precisazioni:
non viene detto che i contributi legati alla nuova definizione di persone in condizione di disabilità gravissima, vengono pagati, come citato nel comunicato dopo uno e dopo due anni 2015 e 2016, e quelli sulla vita indipendente vengono erogati dopo quattro mesi, costringendo i beneficiari di questo contributo, ad anticipare delle cifre molto consistenti, che avendo un ISEE molto basso non possono certo richiedere un prestito alla banca, e logicamente i loro assistenti, non effettuano la prestazione.
Vi chiedo solamente: i componenti della giunta Ceriscioli, sarebbero contenti nel vedersi pagati i loro compensi dopo quattro mesi?
questo aspetto è fondamentale perché i progetti di vita indipendente e gli altri interventi, vengono vanificati perché senza le risorse tutti i progetti decadono, i problemi delle persone con disabilità e delle loro famiglie vengono accentuati, soprattutto generano il loro profondo sconforto che solo noi possiamo capire.
Il comunicato non cita il mancato finanziamento del fondo di solidarietà, per sostenere gli utenti delle Coser, delle RSA, che attraverso una delibera di giunta 1331 ha visto aumentate le rette mensili di più di € 1000, anche ai soggetti con un ISEE bassissimo.
Anche su questo argomento attendiamo una risposta dal presidente Ceriscioli che ha anche le deleghe al sociale e al sanitario
Nell’attesa di ricevere un sollecito e positivo riscontro alla presente, le porgo cordiali saluti