Ascoli - Ad agosto chiude il servizio di Odontostomatologia all'ospedale Mazzoni perché l'unico odontoiatra, il dr. Luigi Merli, che è anche il dirigente del Servizio, deve obbligatoriamente andare in ferie. Oltre a quelle di quest'anno ha accumulato 95 giorni di ferie arretrate. Beh, e che sarà mai? Non è mica Cardiologia, direte.
Eppure i numeri di Odontostomatologia danno un'altra immagine, molto più critica di quello che superficialmente si potrebbe immaginare.
Il mal di denti è una bestia nera della quale ognuno di noi ha timore.
Ma in questo caso stiamo entrando in un'altra dimensione dell'essere umano, quella di chi ha particolari patologie e non può rivolgersi al normale studio dentistico per una semplice estrazione o devitalizzazione di un dente.
Parliamo di chi deve andare in sala operatoria per un intervento odontoiatrico.
Cioè cardiopatici, diabetici, diversamente abili, pazienti oncologici, o di quelli che sono costretti ad assumere anticoagulanti.
Ci sono poi persone affette da Epatite C, chi assume metadone e ha contratto l'Hiv (Aids).
Molti di questi pazienti odontoiatrici sono anche “non collaboranti”, hanno bisogno cioè di essere sottoposti ad anestesia generale magari per l'estrazione di “ottavo incluso”, cioè un molare o un dente del giudizio che non è fuoriuscito dalla gengiva e deve essere tolto. A volte questi pazienti debbono essere anestetizzati anche per la semplice pulizia orale. Non esiste con loro il rapporto “apra la bocca”, “ora non si muova che facciamo i raggi”.
Pensate a pazienti autistici, a malati di Alzheimer. In queste persone il mal di denti ha risvolti che poco a che che fare con un comportamento razionale e prevedibile. Immagino lo comprenderete dato che il mal di denti fa spesso sragionare i cosiddetti “normali”.
Ma allora ad agosto le persone che si trovano in questo stato e hanno necessità di cure dove vanno a finire? Ad Ancona: è quello che prevede il piano sanitario regionale.
E se aveste in casa un figlio o un parente in queste condizioni lo riterreste normale?
Il servizio di Odontostomatologia del Mazzoni ha in dotazione una attrezzatura di 25 anni fa. Esegue circa 3.500 prestazioni in un anno tra sala operatoria, urgenze, interni ed esterni.
Come dicevamo c'è un solo odontoiatra e 2 infermiere. E' evidente che c'è un bisogno estremo di rinnovare l'attrezzatura operatoria che non costa milioni: con circa 60 mila euro dalla tecnologia del 1992 si si potrebbe fare l'upgrade a quella del 2017.
Ma punto critico è anche l'arrivo di un altro odontoiatra che possa sostituire il dr. Merli perché c'è anche il problema della reperibilità o dell'assistenza in sala operatoria per casi particolari. Quindi occorre almeno un altro infermiere.
Ok, si sta bussando a cassa, penserete. La politica a questo punto però ci viene incontro, almeno la vediamo così quando il presidente della Regione Luca Ceriscioli ci dice che il sistema sanitario regionale è tra i migliori d'Italia e sono stati sbloccati tanti milioni di euro per il bilancio sanitario. Si troveranno le risorse economiche per assumere un altro odontoiatra e un infermiere ad Ascoli Piceno?
Immaginiamo di sì. Un'altra risposta sarebbe poco coerente alla comunicazione che viene fatta in sanità.
E se poi si volesse entrare nel merito delle analisi economiche e dei budget sarebbe semplice dare risposta a questa criticità.
Il dr. Luigi Merli esegue un numero di estrazioni di “ottavi inclusi” a pagamento nell'arco di un mese (euro che naturalmente vanno nelle casse dell'Asur) che ripagherebbe lo stipendio di un altro odontoiatra, forse anche di più, visto che aumenterebbero i numeri.
Poi ci sono altre prospettive: ad esempio la via della convenzione con una clinica odontoiatrica universitaria per gli specializzandi che potrebbero venire al Mazzoni e avrebbero uno stipendio, visto che durante la specializzazione questi medici vengono retribuiti, consentendo loro di avere riconosciuti i crediti formativi durante l'attività nel servizio di Odontostomatologia del Mazzoni.
C'è poi un ulteriore criticità della quale c'è da tenere conto: ad Ancona esistono liste d'attesa lunghe per questo genere di pazienti.
Se poi la scelta fosse quella di finire
alla cliniche odontoiatriche private perché ci sono costi minori, ci
si potrebbe divertire nello spiegare che quelle strutture non hanno
pronto soccorso, rianimazione, Utic. Costano meno perché non hanno
questi servizi fondamentali.
E nel caso in sala operatoria un
paziente a rischio, come quelli di cui abbiamo parlato finora, avesse
una crisi occorrerebbe chiamare il 118. Già, solo con i costi di
trasferimento al pronto soccorso siamo sicuri che il risparmio si
azzererebbe.