Ictus, nel Piceno 400 casi all’anno

Ictus, nel Piceno 400 casi all’anno

 Scatta la campagna di informazione «Non perdere tempo, chiama il 118». Nell’Area Vasta 5 gli interventi salvavita sono molto superiori alla media nazionale

Ascoli - E’ uno dei servizi sanitari che nel Piceno funziona meglio. Lo dicono i numeri. Se a livello nazionale gli interventi salvavita contro l’ictus (disturbo della circolazione del sangue nel cervello) raggiungono mediamente il 3%, nell'Area Vasta n. 5 si arriva al 15% a fronte di un obiettivo massimo nazionale, in lungo periodo, del 30%.

Sono circa 400, ogni anno, i casi di ictus che si registrano nella Provincia di Ascoli. Ora, per combatterli ancora meglio, per salvare una vita o per evitare una grave disabilità, parte una campagna di informazione che vuole coinvolgere tutti i cittadini. Se è vero che l’assistenza sanitaria nell’Av5 è di prim'ordine, è ancora più vero che se il paziente raggiunge nel più breve tempo possibile, massimo 4 ore, il luogo di cura, le probabilità che l’ictus venga positivamente fronteggiato sono molto più alte.

Ecco allora che ci vuole la virtuosa alleanza medico-cittadino. Per far questo, ovvero per segnalare la patologia appena il sintomo si manifesta, però tutti noi, in famiglia, dobbiamo essere informati su come ci dobbiamo comportare. Ecco perché oggi, nell’aula magna dell’Ospedale Mazzoni, è stata illustrata questa campagna di informazione capillare. Per avere un’idea di quanti danni può provocare l’ictus (ischemico, 80/85%) o emorragico (15/20%) basta ricordare che è la seconda causa di morte nei Paesi occidentali e la prima causa di disabilità nell’adulto.

Nell’Area Vasta n. 5 la Stroke Unit, ovvero il presidio medico che si occupa della patologia, è localizzata presso la Neurologia dell’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto. Sottolinea il direttore sanitario del Mazzoni Diana Sansoni: «Non serve l’ospedale più vicino ma l’ospedale giusto come prevede il sistema delle reti cliniche applicato dalla Regione Marche».

Ad illustrare la campagna d’informazione hanno partecipato il direttore dell’Av 5 Giulietta Capocasa, il direttore della Neurologia dell’Area Vasta Miche Ragno, il dirigente di Neurologia Roberto Gobbato e quello di Anestesia Maurizio Massetti oltre, come detto, a Sansoni.

«Una migliore organizzazione dell’assistenza - fa notare Capocasa - può ridurre fino al 20% la quantità di pazienti che muoiono o rimangono disabili. Nella Stroke Unit un team di neurologi esperti si dedica al trattamento dei pazienti con ictus acuto dall’esordio dell’evento (diagnosi e cura) e coordina un pool multidisciplinare con cui, tra l’altro, definisce un programma riabilitativo, sia durante il ricovero sia in regime post dimissione, assistenziale. All’interno della Stroke Unit di San Benedetto i neurologi effettuano la fibrinolisi nell’ictus ischemico acuto. E’ un trattamento medico tempo dipendente, da effettuarsi entro 4/5 ore dall’esordio dei sintomi, e va effettuato in casi selezionali e in centri autorizzati».

La campagna di informazione mira a ridurre il più possibile il tempo - decisivo per evitare morte o disabilità - di emersione del sintomo e intervento di fibrinolisi. «Ecco perché - fa notare ancora Capocasa - la campagna di informazione è volta a tutta la popolazione ed è volta alla conoscenza e precoce identificazione dei sintomi che fanno sospettare un ictus: la terapia in acuto è tempo dipendente e spesso il paziente arriva troppo tardi per eventuali provvedimenti terapeutici».


L’Av5 ha predisposto una brochure molto efficace, anche graficamente, che tutti noi dovremmo leggere. Quali sono i segni di allarme per l’ictus? Bocca storta, braccio/gamba debole, difficoltà a parlare, difficoltà improvvisa a vedere.«Difronte ad uno di questi segnali non perdere tempo, non aspettare che passi da solo. Chiama immediatamente il 118» si legge nel prezioso vademecum. I medici raccomandano, alla presenza appunto di questi segnali di allarme, di non aspettare il mattino dopo, come purtroppo spesso accade sottovalutando il sintomo, di non aspettare il medico di base il giorno dopo o di non andare anche direttamente al Pronto Soccorso.

Chiama immediatamente il 118. Sarà il 118 ad avviare il percorso più opportuno. Il “regista” dell’operazione salvavita è il 118. E questa centrale che mette in moto il percorso più opportuno. La finalità della campagna informativa è poter sottoporre a terapia fibrinolitica un sempre maggiore numero di pazienti affetti da ictus ischemico e salvare così la loro vita.