Entro il 2 agosto prossimo il contenuto
della sentenza dovrà essere eseguito. Una vittoria che giunge dopo
mesi di difficile negoziato e di inedite manifestazioni da parte dei
camici bianchi.
I laboratori analisi accreditati hanno vinto la battaglia legale contro la Regione Marche. Lo scorso 2 maggio il Consiglio di Stato ha accolto il loro ricorso che intende finalmente mettere in ordine un settore fin troppo penalizzato .
L’epilogo giudiziario, che riforma la sentenza sfavorevole ai laboratori emessa del Tar Marche e risalente alla fine del 2015 , arriva dopo oltre un anno nel quale è successo di tutto, con i camici bianchi che si sono trovati anche a manifestare con inediti presidi di fronte ai palazzi del potere regionale.
Il primo punto sul quale i laboratori hanno ottenuto pieno riconoscimento da parte del massimo organismo della magistratura amministrativa, riguarda l’obbligo da parte della Regione di provvedere, nel caso in cui i centri accreditati in corso d’anno, superino il budget annuale, di trovare un accordo per l’applicazione del meccanismo della regressione tariffaria (economia di scala).
Tradotto: si tratta di provvedere alla remunerazione dei servizi extra erogati. Maggiori richieste di prestazioni, rispetto a quanto loro assegnato in passato dalle convenzioni, che provengono dai cittadini più bisognosi. In sostanza la Regione deve tener conto dell’evoluzione in concreto delle necessità assistenziali manifestate dal territorio e del relativo carico economico.
Anche solo nel 2015 ,e comunque da molti anni, i laboratori privati avevano fornito gratuitamente alla comunità marchigiana oltre il 100% delle prestazioni in più del previsto: circa 3 milioni contro il milione e 300 mila oggetto di convenzione.
Una situazione che sta provocando un grave danno economico ai laboratori i quali , pur di continuare a dare un servizio ai pazienti anziani, agli affetti da patologie importanti e a quelli meno abbienti, si sono fatti carico del problema. Una pasticcio che deve trovare immediata soluzione.
Lo stesso ricorso vittorioso per le strutture convenzionate interessa i cosiddetti servizi sul territorio. Un accordo aggiuntivo, siglato attraverso una specifica delibera del 2011 (la 1708), che prevedeva l’assolvimento, da parte dei privati, di alcune prestazioni complementari. “Una scelta che gli allora responsabili della sanità marchigiana – spiega Stefania Pellei (Federbiologi) - fecero, consapevoli come erano del sicuro risparmio di tipo economico e ottimizzazione del personale che avrebbero così ottenuto. Economie importanti, ad esempio per i servizi domiciliari e gestione dei punti di prelievo. Una questione vitale per molti cittadini e pazienti”
La sentenza del Consiglio di Stato prevede che entro 90 giorni la Regione si esprima in proposito. Una dead line che scatterà il 2 agosto prossimo. Tempi strettissimi che l’ente dovrà fare in modo di rispettare.